Giovanni Papini: differenze tra le versioni

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*[...] E si potrebbe con eguale approssimazione affermare che nulla nel mondo umano è permesso, perché non c'è azione o manifestazione degli uomini che non sia vietata da qualche legge divina o umana, scritta o tacita, giuridica o rituale, filosofica o politica.<br>Se uno di noi fosse scrupoloso, guardingo e remissivo fino al punto di osservare fedelmente tutte le norme e le regole dei codici, dei decaloghi, dei galatei e simili, costui non potrebbe mai muovere foglia perché anche negli atti considerati più innocenti correrebbe il rischio di infrangere un antico precetto sacerdotale o di contravvenire a un semplice regolamento municipale. (pag. 158)
*Se i cristiani credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali.
*La [...[felicità]] la felicità non accompagna mai né la potenza né il genio né la [[bellezza]], benché questi tre doni siano i più desiderati dalle creature umane. Eppure la felicità è uno dei [[sogno|sogni]] più comuni degli uomini e molti credono conseguirla attraverso quei tre beni che invece la fanno impossibile.<br> E siccome la felicità può essere difficilmente ottenuta dai deformi, dagli imbecilli e dai deboli risulta chiaramente che la ''chasse au bonheur'' che, secondo Stendhal, era la grande occupazione della vita, equivale alla [[caccia]] del liocorno o della fenice. (pagg. 164-165)
*Se consideriamo tutta la terra abitata si vedrà che le moltitudini di quelli che vivono a spese del male – cioè della sventura e del peccato – sono, contando anche quelli che fanno parte della loro cerchia, sterminate e immense. Ho calcolato per mio conto che un quarto almeno dell'umanità vive alle spalle della malattia e del delitto. (pag. 166)
*Non è vero che la sventura genera sventura; molte volte essa non è che il pagamento anticipato di un dono che vale assai più della caparra. (pag. 166)