Christian Duquoc: differenze tra le versioni

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*[...] il Cristo nella sua esistenza terrestre possedeva due ordini di sapere: un sapere acquisito in accordo con la cultura della sua epoca, una conoscenza profetica che gli permetteva di svolgere la sua missione di Rivelatore. Il campo di questa conoscenza profetica è definito da quello della sua missione, vista come quella del servo. (p. 171)
*'''IL MESSIA'''<br>PASSIONE<br>La vita di Gesù si conclude in un modo tragico. Gli evangelisti descrivono a lungo ciò che i cristiani hanno chiamato la Passione. L'agonia, la condanna, la [[morte]] hanno solamente nutrito la [[fede]] dei credenti, ma sono state anche l'oggetto dell'espressione [[Arte|artistica]]. La riflessione prima teologica poi [[Filosofia|fiolosofica]] è stata fecondata dai racconti scritturistici. Tanti furono i [[Sentimento|sentimenti]] e i [[Pensiero|pensieri]] vissuti e espressi su questo punto che sembra inutile aggiungervi qualche cosa. Questa nostra riflessione s'appoggia sui dati dell'esegesi, ma non ne riproduce né i metodi né i risultati grezzi. Essa vuole mettere in risalto nei racconti della Scrittura, letti criticamente, il significato di quello che è accaduto a Gesù. (p. 339)
*I testi che testimoniano la Risurrezione di Gesù sono prima di tutto delle confessioni di fede. I racconti evangelici sono d'una costruzione e d'un genere letterario particolarmente ardui: essi presuppongono i formulari di fede o il kerygma. È imposibile accordare fra di loro le narrazioni dei quattro evangeli. La loro interpretazione autentica non deve mirare ad armonizzarli ma deve prendere per punto di partenza le loro divergenze. E ciò pone dei gravi problemi al lettore sprovveduto. p. 394)
 
 
{{NDR|Christian Duquoc, ''Cristologia'' (''Cristologie. Essai dogmatique''), traduzione di Luisito Bianchi - Mario Cuminetti - Graziella Dolli, Editrice Quiriniana, [[Brescia]] 1972.}}