Carlo Maria Franzero: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*SESe unainfermitàuna infermità vi è nella mia [[mente]] essa non è abulia né impulsività, ma è l'eccesso di [[volontà]]. (p. 22)
*Ognuno è fatalmente legato al [[passato]] dalla [[memoria]] delle cose, delle piccole cose che sono come molecole di noi stessi.<br>Forte sarebbe colui che potesse dopo un fatto grande distruggere d'un colpo ogni vestigia del passato. (p. 32)
*Il [[sonno]] ha talvolta nel volgere di un'ora le immensità della [[vita]] più intensa. (p. 38)
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*Nel bisogno stesso di superiorità estetica della vita, nel senso stesso di nausea per la vita vi è la rinascita dell'[[anima]]. (p. 52)
*Le donne hanno per certi atti il senso del pudore assai meno sviluppato che l'uomo. La loro femminilità è ad un tempo [[arma]] e difesa. (p. 64)
*Quando si ama si è sovente molto presuntuosi. (p. 67)
*
*Si chiamava Maddalena. E come Maria di Magdala (Magda infatti voleva essere chiamata) la sua sensuale [[bellezza]] era [[Dignità|degna]] di essere profumata con i profumi di sette amanti. Non ho potuto mai guardare il suo corpo (il volto no, che talvolta diveniva così acceso di [[desiderio]] carnale, quasi grifagno) senza evocare alla mente la Santa del suo nome nella « Deposizione dalla [[Croce]] » ad [[Belgio|Anversa]] così come la descrive [[Théophile Gautier]]: un piede del [[Gesù Cristo|Cristo]], bianco d'una bianchezza esangue, puro e opaco come un'ostia ricade con tutta la mollezza inerte della morte sulla bionda spalla della Santa. Sgabello d'avorio foggiato da Rubens, e messo dal [[maestro]] sublime per far discendere il divino dall'[[albero]] della redenzione. E la morbidezza della spalla madreperlacea pare quasi sensualizzare una mistica carezza il peso del piede divino nel [[Sacrificio|sacrifizio]] pietoso... ( p.68)
*Chi saprà mai veramente quanto più che ogni gesto possa turbar nel profondo una sola parola? (p. 74)
*Possedre col [[pensiero]] è più che possedre in [[realtà]], perché il pensiero è impudico, è ignudo, senza rossore; il pensiero sa prendere il capo della donna che vuole e cercarne la [[bocca]] per suggere ad una fonte sconosciuta; e sa trovare lo stimolo ad osare l'impudenza più sfrontata, perché l'impudenza è [[istinto]], il [[pudore]] è [[ipocrisia]] appresa... (p. 78)
*L'eroe, l'uomo, l'[[essere]] che sa elevarsi sulla massa, costringere la sua volontà ad una perfezione indeffettibile, e creare per se stesso il suo [[piacere]] ovunque lo trova, ben anche sulla altrui ruina! (p. 84)
 
{{NDR|Carlo Maria Franzero, ''Il fanciullo meraviglioso'', Luigi Battistelli, [[Firenze]] 1920.}}