William Peter Blatty: differenze tra le versioni

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Nuova pagina; testo: ''''William Peter Blatty''' (1928, vivente), scrittore, sceneggiatore e regista statunitense. ==''L'esorcista''== ===Incipit=== IRAQ SETTENTRIONALE<br> L'avvampare del...'
 
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'''William Peter Blatty''' (1928, vivente), [[scrittore]], sceneggiatore e regista statunitense.
 
==''L'esorcista''==
===[[Incipit]]===
IRAQ SETTENTRIONALE<br>
L'avvampare del [[sole]] spremeva goccioloni di sudore dalla fronte del vecchio, tuttavia egli strinse il bicchiere di tè bollente e dolciastro tra le [[Mano|mani]], come a scaldarle. Non riusciva a scrollarsi di dosso il presentimento. Gli si era appiccicato sulla schiena come gelide foglie fradice.<br>Gli scavierano terminati. Uno strato dopo l'altro, il suolo era stato setacciato; gli oggetti trovati nelle sue viscere, esaminati, etichettati, erano già stati spediti. Le collane e i ciondoli, le gemme incise, i falli, i mortai di [[pietra]] viva dipinti con l'ocra, i vasi bruniti. Niente di eccezionale. Un cofanetto assiro d'avorio, con l'occorrente per la toletta. E resti umani. Ossa umane. Gli avanzi friabili dell'angoscia cosmica che in un [[tempo]] lontano lo avevano indotto a chiedersi se la materia non fosse [[Lucifero]] brancolante verso i [[cielo|cieli]] per tornare al suo [[Dio]]. Ma ormai aveva perso le [[Illusione|illusioni]]. La fragranza delle piante di liquirizia e dei tamarischi attirò il suo sguardo sulle alture coperte di papaveri, sui canneti delle piane, sul tratto di [[Via|strada]] scabra e sassosa che si tuffava a capofitto nell'orrido. A nord-ovest c'era Mossul, a est Erbil, a sud [[Bagdad]] e Kirkuk e la fiammeggiante fornace di [[Nabucodonosor]].
 
==[[Incipit]] de ''L'esorcista''==
Iraq settentrionale<br>
L'avvampare del [[sole]] spremeva goccioloni di sudore dalla fronte del vecchio, tuttavia egli strinse il bicchiere di tè bollente e dolciastro tra le [[Mano|mani]], come a scaldarle. Non riusciva a scrollarsi di dosso il presentimento. Gli si era appiccicato sulla schiena come gelide foglie fradice.<br>Gli scavieranoscavi erano terminati. Uno strato dopo l'altro, il suolo era stato setacciato; gli oggetti trovati nelle sue viscere, esaminati, etichettati, erano già stati spediti. Le collane e i ciondoli, le gemme incise, i falli, i mortai di [[pietra]] viva dipinti con l'ocra, i vasi bruniti. Niente di eccezionale. Un cofanetto assiro d'avorio, con l'occorrente per la toletta. E resti umani. Ossa umane. Gli avanzi friabili dell'angoscia cosmica che in un [[tempo]] lontano lo avevano indotto a chiedersi se la materia non fosse [[Lucifero]] brancolante verso i [[cielo|cieli]] per tornare al suo [[Dio]]. Ma ormai aveva perso le [[Illusione|illusioni]]. La fragranza delle piante di liquirizia e dei tamarischi attirò il suo sguardo sulle alture coperte di papaveri, sui canneti delle piane, sul tratto di [[Via|strada]] scabra e sassosa che si tuffava a capofitto nell'orrido. A nord-ovest c'era Mossul, a est Erbil, a sud [[Bagdad]] e Kirkuk e la fiammeggiante fornace di [[Nabucodonosor]].
 
==Bibliografia==