Silvio D'Arzo: differenze tra le versioni

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*Vengono delle idee, certe volte.<br>Mi guardai un po' d'intorno. Stava per venire la morta stagione, gli sterpi secchi, le passere uccise dal freddo, la notte che arriva alle sei, i fossi ghiacciati, i vecchi che se ne muoiono in fila e la Melíde li cuce dentro il lenzuolo e io li porto al cimitero di monte, e i bambini che per l'intera stagione se ne stanno dentro le stalle a scaldarsi col fiato dei muli... Un inverno di cinque o sei mesi. E lei cosa avrebbe fatto, la vecchia?<br>Nelle ossa sentivo l'inverno vicino. Guardai un momento le nuvole che adesso eran piú grandi di un prato, e poi mi avviai alla parrocchia. Le nuvole mi venivano dietro. Sempre dietro, come se qualcosa sapessero. Vengono delle idee, certe volte.<br>Ma che altro potevo fare, mi dite? (cap. 13, p. 46)
 
===Excipit[[Explicit]]===
C'è quassú una cert'ora. I calanchi ed i boschi e i sentieri ed i prati dei pascoli si fanno color ruggine vecchia, e poi viola, e poi blu: nel primo buio le don. ne se ne stanno a soffiar sui fornelli chine sopra il gradino di casa, e i campanacci di bronzo arrivan chiari lí giú fino a borgo. Le capre s'affacciano agli usci con degli occhi che sembrano i nostri.<br>Allora mi vien sempre di piú da pensare ch'è ormai ora di preparare le valige per me e senza chiasso partir verso casa. Credo d'avere anche il biglietto.<br>Tutto questo è piuttosto monotono, no?