Hans Fallada: differenze tra le versioni

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'''Hans Fallada''', pseudonimo di '''Rudolf Ditzen''' (1893 – 1947), scrittore tedesco.
 
===[[Incipit]]= di alcune opere==
===''E adesso, pover'uomo?''===
===[[Incipit]]===
''Dove Pinneberg prende una grande decisione''.<br><br>SONO le quattro e cinque. Pinneberg l'ha riscontrato or ora: Giovanni Pinneberg, un bel ragazzone biondo, dall'aspetto simpatico, che aspetta davanti al numero 24 della Rothenbaumstrasse.<br>Sono dunque le quattro e cinque; l'appuntamento con Ciuffetto era per le quattro meno un quarto. Pinneberg rimette in tasca l'orologio e si dà seriamente ad osservare l'insegna che sovrasta l'ingresso del numero 24 della Rothenbaumstrasse.<br><br>'''Dr. SESAM'''<br>GINECOLOGO<br>''orario di visita: 9-12; 4-6''<br><br>«Accidenti! E sono già le quattro e cinque... Se accendo una sigaretta, scommetto che Ciuffetto svolta il cantone ed è qui! Tanto, oggi è la giornata delle spese straordinarie...»<br>Intanto si è distratto nella contemplazione dell'insegna. La Rothenbaumstrasse allinea una sola fila di case; dall'altra parte, lungo la gettata, scorre lo Strela che è già molto largo, così prossimo a sfociare nel Baltico. Un'aura fresca spira sull'acque, i cespugli piegano i loro rami e gli alberi stormiscono...
 
{{NDR|Hans Fallada, ''E adesso, pover'uomo?'' (''Kleiner Mann, Was Nun?''), traduzione di Bruno Revel, I Libri del Pavone, Arnoldo Mondadori Editore, 1956.}}
 
===''Senza amore''===
===[[Incipit]]===
'''TRE GIOVANI RAGAZZE'''<br><br>LA CASA DORME, PASSA UN UOMO<br><br>L'ARDORE del sole estivo pareva tramutare l'azzurro cupo del cielo in un barbaglio quasi bianco. Il paesaggio si distendeva immoto, respirava appena. Nella pineta che chiudeva l'orizzonte l'aria era gonfia dell'odore delle foglie morte, dagli antri muschiosi saliva un alito putrido. Sulle rocce piatte giacevano al sole i piccoli scoiattoli, immobili come l'ora stessa del giorno.<br>Nei campi non si vedeva alcuno, nessun soffio di vento moveva il grano maturo. Nella polvere della strada che attraversava il villaggio si poteva notare ancora la traccia della carretta del fornaio, che era passato alle dedici; da quel momento più nulla s'era mosso. Sul pascolo dietro alle case il bestiame stava a capo chino, in silenzio. Solo le code a tratti battevano pigramente le grosse pance, a cacciarne lo sciame delle mosche, il cui ronzio bellicoso pareva il linguaggio stesso della canicola.