Ida Magli: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Quando, nel 1871, l'antropologo Edward Tylor definì la cultura come un "complesso insieme di norme, di valori, di costumi, di tecniche…" si compì certamente un passo fondamentale per giungee al concetto moderno di "cultura", ben diverso da quello che per secoli era stato adoperato come analogo a quello di "civiltà". Il carattere del tutto nuovo era inserito in quel "complesso insieme", ossia nell'aver capito che ciò che conta in una cultura è il modello globale, il suo essere un tutto interrelato di funzioni, di norme, di tratti nel quale il profilo significativo è il risultato non della somma ma dell'integrazione dei singoli fattori in una struttura. Tuttavia, malgrado fosse stato compiuto un passo determinante nella definizione di cultura, mancava ancora, almeno in forma esplicita e consapevole, il concetto di "proiezione", di "esteriorizzazione" al di fuori dell'organismo biologico che fa della cultura quasi una specie di duplicato, di specchio, senza il quale l'uomo non potrebbe vivere, un ambiente totale, nel quale è immerso in un continuo e costante interscambio.
===Excipit===
Ci troviamo così di nuovo di fronte a ciò che abbiamo più volte messo in luce: l'artista canta la bellezza, come potenza, come trascendenza, come disperata speranza di eternità, e ne vede gli unici possibili lineamenti nella giovinezza sfolgorante di un corpo maschile, portatore e al tempo stesso emblema della ''vis'', ritrovando, con una intuizione inconsapevole, soltanto in questa ''vis'' il significato della vita e della morte, il fondamento, anzi, di ogni significato.<br/>
L'Arte e il Pene si ricongiungono, si riconoscono, come unico e solo linguaggio.
 
 
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*Se il fondamento della costruzione culturale è il rapporto dell'uomo-maschio con la morte, con la vita dopo la morte, con l'aldilà, l'unico soggetto creatore e agente nella società è il maschio e gli scopi ultimi della sua azione sono appunto quelli di assicurarsi la vita dopo la morte, l'eternità. La donna è assunta a strumento, segno e simbolo del rapporto dell'uomo con la morte e con la vita dopo la morte. (pagg. 90-91)
 
===Excipit===
Ci troviamo così di nuovo di fronte a ciò che abbiamo più volte messo in luce: l'artista canta la bellezza, come potenza, come trascendenza, come disperata speranza di eternità, e ne vede gli unici possibili lineamenti nella giovinezza sfolgorante di un corpo maschile, portatore e al tempo stesso emblema della ''vis'', ritrovando, con una intuizione inconsapevole, soltanto in questa ''vis'' il significato della vita e della morte, il fondamento, anzi, di ogni significato.<br/>
L'Arte e il Pene si ricongiungono, si riconoscono, come unico e solo linguaggio.
 
==''La Madonna''==