Edward Shorter: differenze tra le versioni

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*Il travaglio durava più di oggi, circa 5 ore in più. (pag. 95)
*Prima del 1800, tra l'1 e l'1,5 per cento di tutte le nascite si concludeva con la morte della partoriente. [...] l'8 per cento [delle donne in età fertile]. La mortalità per il parto era la seconda causa di morte dopo la tubercolosi. (pag. 122)
*Il rischio di morire di parto diminuisce drasticamente tra il 1870 e il 1900, in seguito all'ondata di progressi in campo medico messa in moto dalla scoperta, avvenuta nel 1867 da parte di Joseph Lister, dell'antisepsi {{NDR|anti infezione}}. (pag. 124)
 
*Mentre intorno al 1860 il parto in ospedale era circa sei volte più pericoloso di quello in casa, negli anni Venti e Trenta [del XX secolo], case e ospedali offrivano la stessa sicurezza, per lo meno relativamente al rischio di un'infezione. (pag. 157)
*[...] ad un certo punto alla fine del XVIII o all'inizio del XIX secolo, ebbe inizio un cambiamento nella sensibilità femminile: la solidarietà emotiva delle donne prese cioè a trasferirsi dal "gruppo femminile" al nucelo familiare. Sulla scia di tale spostamento, nacque un nuovo istinto materno nei confronti dei figli e un nuovo atteggiamento di amicizia verso il marito, che sostituirono l'alquanto austera freddezza emotiva della famiglia tradizionale. (pag. 168)
*Un'altra indicazione del fatto che le donne desiderassero un parto più disteso ed affettivo stava nella sostituzione della sedia da gestante e del pagliericcio col letto. (pag. 173)
*La percezione del dolore è determinata in parte dalle aspettative culturali. [...] La nuova sensibilità delle donne comporta anche la richiesta di un sollievo dal dolore. [Nel XX secolo] erano le stesse gestanti a carpire dalle mani di medici e ostetriche [gli] anestetici {{NDR|in primis l'etere e il cloroformio}} (pag. 175)
*Il parto si trasferì in ospedale perché cominciò a venire considerato un'operazione. [...] Le gestanti venivano ricoverate in ospedale per essere salvaguardate dai fanatici del forcipe a casa. (pag. 195)
*Tutte le innovazioni ostetriche cui abbiamo assistito dal XVIII secolo in poi erano volte alla salvaguardia della madre. [...] Poi, verso il 1930 fu "scoperto" il feto. Non si può datare con esattezza questa presa di coscienza, ma certo tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta si instaurò la tendenza a salvaguadare il feto nella gravidanza. (pagg. 196 e 197)
 
==Bibliografia==