Giorgio Saviane: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Automa: Sostituzioni normali automatiche di errori "tipografici"
m Automa: Correzione punteggiatura e spazi
Riga 7:
*Se sperassi nella preghiera, chiederei di limitare le forme sulla terra, le voglie dell'uomo, l'evoluzione dell'uomo: chiederei di fermarci, così come siamo, capaci di amare e di vivere per il tempo di una vita, ora corta ora lunga, piena di aiuto, di compagnia. (p. 110)
*Solo da morti, scrittore e asino, trovano la loro glorificazione. (p. 119)
*''Eutanasia di un amore''<br>Paolo è tornato a Firenze, all'Università. Qui tutto gli parla di Sena, ma dolcemente come ogni passato. E Silva? Inghiottita dall'accadere; e tuttavia è lei la principale suggeritrice dell'idea nata dalla sua complessa avventura d'amore.<br>« I fatti coinvolgono quanto le idee » aveva divagato stamani a lezione. Sarebbe come chiedersi se è nata prima la parola del fonema o del sintagma; sembra evidente. Prima il fonema della parola, dopo il sintagma, e quindi la grammatica e la sintassi. Invece si hanno fondati sospetti che il bambino pronunci la prima parola perché gli si è chiarito anche il contesto. Allora? I fatti hanno forse una predestinazione semantica? Un'armonia cosmica che ci sfugge? E vuol dire qualcosa durante gli anni o i giorni o le ore? Come il rosso e il nero alla roulette, conta che sia uscito la volta prima il rosso perché ci siano probabilità che esca il nero? no: neppure se fosse uscito cento volte. (p. 161)
 
{{NDR|Giorgio Saviane, ''La donna di legno'', Rizzoli Editore, Milano 1979.}}
Riga 13:
==''Diario intimo di un cattivo''==
===[[Incipit]]===
Firenze, gennaio 1946<br><br>« Perché chiedete la carità, fratello, se non siete cieco? »<br>« Come fate a saperlo? »<br>« Si vede... »<br>« Forse che solo i ciechi hanno diritto di mangiare?»<br>« Io non sono cieco, e mangio. »<br>« Voi non chiedete l'elemosina...»<br>« E voi perché la chiedete? »<br>Perché sono cieco. » e indicava il cartello appeso al collo.<br>M'avvicinai chiedendogli a voce bassa: « Costa caro il tabacco? »<br>« Non posso farne a meno, signore...» Tolse la pipa di bocca nascondendola in mano.<br>« No, vi chiedo se costa caro il tabacco.»<br>« Proprio non posso stare senza fumare. »<br>« Vedete », gli dissi, e avrei voluto fargli capire che lo disapprovavo, ma oramai la gente aveva fatto crocchio intorno al mendicante e rabbrividii al pensiero di nuocergli. Trassi una moneta, e non avrei desiderato che la gente vedesse, e poi invece volli che la gente la vedesse. « Fumate », gli dissi e gli misi una mano sulla spalla: « Fumate », ripetei, « solleva dai guai. »
===Citazioni===
*La violenza<br>
Riga 24:
Lo vidi camminare lungo il treno. Veniva verso di me. A ogni passo gli tremavano la testa, le braccia, le spalle; il tronco si disarticolava e le gambe parevano muoversi per un atto di volontà estraneo a quel corpo ripugnante. Quando, scosso dai sussulti del collo, alzava il volto, notai le smorfie della bocca e degli occhi, perfino le guance si spostavano l'una rispetto all'altra, solo il naso era incredibilmente fermo in quella materia dondolante ribrezzo. Una cimice sull'immacolato biancore della giornata di giugno.
===Citazioni===
*Amalfi era un punto di riferimento ormai. Prima di Amalfi, dopo di Amalfi non aveva soltanto un significato temporale.<br>Ma una sera il riferimento fu crudo.<br>Guardavamo il tramonto a Pompei battere sulle pietre incantate di evocazioni. Ci tenevamo per mano. Lo sentii dire: « A Amalfi c'è stato un momento che il sole e il mare agivano attraverso di noi. Adesso questa luce rosa è estranea, perfino banale ».<br>Mi impressionò la sua crudezza.<br>« Forse perché sono stata una prostituta? » buttai là per difendere l'atmosfera oleografica da cui mi strappava. (p. 54)
 
{{NDR|Giorgio Saviane, ''Getsèmani'', CDE 1981.}}
Riga 36:
{{interprogetto|w}}
 
[[Categoria:Scrittori italiani|Saviane,Giorgio ]]