Carlo Castellaneta: differenze tra le versioni

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Se qualcosa che non vuol morire , dentro di noi si posa a qualcosa che sta per nascere, se [[malinconia]] e aneliti, struggimento e cupidigia si confondono, sono duri i momenti che ci aspettano. E non basta a illuderci il freddo pungente di un [[mattino]] di [[gennaio]] da affrontare con spavalderia, lungo il corso [[Buenos Aires]], come Raffaele Gallo sta facendo con indosso il suo cappotto, la sciarpa di cachemire annodata sotto la gola, gli occhiali da sole, alta la testa a respirare il vento che vien dalle Grigne, in questa contrada fitta di passanti a ogni ora del giorno, la sua Riviera di Chiaia, unico possibile luogo lontano da [[Napoli]] dove inventarsi le giornate e trovarle accettabili, al punto da non saperne poi fare a meno di questa [[città]] e nemmeno di Porta [[Venezia]], lui come tanti altri meridionali che fin dal primo dopo[[guerra]] si erano installati nel rione, eleggendolo a loro seconda [[patria]].
 
{{NDR|Carlo Castellaneta, ''La vita di Raffaele Gallo'', CDE 17851985.}}
 
==Bibliografia==