Eleonora Torossi: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Come fu che Pippo ebbe questo nome<br><br>ERANO giorni bui. L'Italia era entrata in guerra, e a Trieste, molti uomini profondamente italiani di origine e di sentimenti, fuggivano. Andavano «di là», oltre il confine, fra le file dei soldati italiani, per non combattere in Austria contro i propri fratelli. Quasi tutti si allontanavano per via di mare, di notte, in piccole barche, e salutavano da lontano il bel colle di S. Giusto, che non si auguravano di rivedere se non quando il tricolore avesse potuto di lassù sventolare libero, su Trieste redenta.<br>Anche il signor Ardeni, il babbo di Lella e di Pippo, voleva fuggire; non poteva però lasciare la famiglia così, senza difesa e senza mezzi per vivere. Di più, gli era necessario agire senza intoppi, per non arrischiare nella fuga, la prigione. Non potendo per varie ragioni fare diversamente, aveva deciso di mandare la famigliola in Ungheria, da una vecchia zia molto ricca, anche se non molto generosa.<br>La signora Ardeni era pallidissima. Lella, rincantucciata in un angolo, faceva il greppino, pensando alle sue bambolette finite in fondo a un baule. Pippo solo sentiva più desiderio di capriole che di lacrime, poiché tutto quel disordine lo metteva di buon umore. Il bimbo era un diavoletto che viveva per quattro, e, benché fosse nato fra i campi, da un babbo bello e forte come un granatiere, e da una mamma piccola, ma sana, era venuto al mondo talmente minuscolo e gracile, che il primo bacio gli aveva lasciato un livido.
 
{{NDR|Eleonora Torossi, L'omino dai pugni solidi'', Libreria Adria Editrice, Trieste 1935.}}
 
==Bibliografia==