Luigi Veronelli: differenze tra le versioni

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*La Patria è ciò che si conosce.
*Una pioggia di coloratissime farfalle. Non eran cibo, erano angeli che tornavano suso in cielo.
*Sono un combattente che non può e non deve dare segni di stanchezza e di resa. Gli avversari – ci sono sempre – amo guardarli dritti, negli [[occhio|occhi]], così che credano io c'entri dentro e veda – illuminante – la loro meschineria, l'arretratezza, la cecità [[morale]], le colpe.
*Sono un anarchico [[angelo]] di Chagall.
 
==''Campania''==
===[[Incipit]]===
INTRODUZIONE<br>Lettera aperta a Mario Stefanile<br>''Caro Mario<br>lettera e non introduzione. Scrivo a te, timoroso del giudizio, come ad ogni [[amico]] campano.<br>Timoroso (forse - amo la fazione, non ho pregiudizio - la prima volta) del vostro [[amore]] che, senza misure, ha il pregio di millenaria [[giovinezza]].<br>Strade ne ho corse tante, battuto borghi e vigneti, bevuto vini, assaporato cibi, concupito femmina|femmine e [[chiesa|chiese]], palazzi, luoghi. Mai avevo, così immediato, subito il fascino di gente e « cose ». Mai delirato sùbito per la [[bellezza]] esecrata l'idiozia.<br>Maggiaiuola la « mia » guida alla « tua » terra, avrei voluto ricordare solo antico canto:<br>song' asciute 'i rose 'e [[maggio]]<br>song' asciute 'i primmavera. [...]<br>Ti ho visto attento al bicchiere, pronto a cogliere di vino fortunato intime le suggestioni; lo ami, ne ascolti l'[[anima]].<br>Gridala, falla gridare sui giornali, l'anima sconosciuta del Fiano di Lapio, dell'Olivella di Carbonara, del Conca, del'Aglianico di Castelpoto, dell'Ogliastro, della Barbera e del Moscato d'Acquara, dei cento e cento altri solo vogliosi d'essere scoperti e goduti.<br>Denunciala la turpe [[legge]] che mette fuori giuoco quel mio vino allegro, giovane, brioso, l'Asprino; vino minorenne, vino femmina, lo [[bacio|baci]], la baci, ci perdi la [[testa]].
 
{{NDR|Luigi Veronelli, ''Campania'', Aldo Garzanti Editore, maggio 1969.}}
 
===Citazioni===
*Làpio (Avellino)<br>Dai vignaiuoli, vini bianchi e rossi capaci, se [[bene]] vinificati, di cru. Son queste, terre di netta vocazione; assaggiane, o bianco o rosso, da uvaggi e da vitigno, il vino; netto lo senti il [[desiderio]] di selezioni migliori e di cure, quasi a volontà di sottrarsi ad anonime botti. Superbo fra tutti il Fiano, un vino bianco - se avrà leggi severe e vignaiuoli coscienti - di eccezionale avvenire (mi esalta quel marcato sentore di nocciola tostata). (p. 110)
*Paolisi (Benevento)<br>Qualche vecchio declama ancora le rusticane [[poesia|poesie]] di Matteo Gaglione; di corposa vivacità meriterebbero « raccolta ». (p. 158)
*Piedimonte d'Alife (Caserta)<br>Nelle pasticcerie hanno meritata [[fama]] le pietre del Torano. (p. 163)
 
==Bibliografia==