Mary Shelley: differenze tra le versioni

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matilda
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*Il mondo per me era un mistero da scoprire. Curiosità, bruciante volontà di impadronirmi delle leggi segrete della [[natura]], e una felicità vicina all'estasi quando esse mi si svelavano: queste sono le prime sensazioni che riesco a ricordare. (1991, p. 48)
*Imparate dal mio esempio, se non dalle mie parole, quanto sia pericoloso acquisire la [[conoscenza]] e quanto sia più felice l'uomo convinto che il suo paese sia tutto il mondo, di colui che aspira a un potere più grande di quanto la natura non conceda. (1991, p. 54)
 
==''Matilda''==
===incipit===
Sono soltanto le quattro del pomeriggio, ma è inverno, e il sole è già tramontato. Non ci sono nuvole nel cielo terso e grigio, su cui si allunga la traccia dei suoi raggi obliqui, ma l'aria stessa è soffusa di una lieve sfumatura rosata a sua volta riflessa sulla neve che copre il terreno. Vivo in un cottage isolato, su una vasta brughiera disabitata, da dove non mi giunge alcuna voce o suono di vita. Vedo la desolata pianura coperta di bianco, escluse alcune macchie scure sulla sommità di qualche collinetta, dove la neve, dopo esser scivolata obliquamente sui pendii ripidi, si è posata in uno strato più sottile che sul terreno pianeggiante, ed è stata sciolta al sole di mezzogiorno.
 
{{NDR|Mary Shelley, "Matilda", traduzione di Mirella Billi, Marsilio Editore Venezia 2005}}
 
===citazioni===
*Ho ottenuto di conoscere il suo segreto, e ambedue siamo stati perduti per sempre.
*Non avevo idea che tanta infelicità potesse nascere dall'[[amore]].
 
 
==''L'ultimo uomo''==