Michele D'Avino: differenze tra le versioni

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*AI MINORENNI<br>Cari ragazzi, molti anni or sono pubblicai un libro nel quale si parlava dell'antica Pompei, e un signore che si attendeva il riconoscimento stampato dei suoi meriti, si lamentò di essere stato dimenticato. Lo avevo fatto di proposito, non per malanimo, ma perché penso che i discorsi inopportuni muovono al riso. (p. 11)
*ANNO 1779, 8 AGOSTO<br>Il Vesuvio si infuriò come millesettecento anni prima, e molti, a Napoli e in Provincia, ebbero una grande paura. L' abate Galiani, uomo spiritosissimo, prese a burla l'avvenimento, si mise a tavolino e scrisse.<br>Il giorno dopo diede alle stampe un opuscoletto intitolato<br>''Spaventosissima descrizione dello spaventoso<br>spavento che ci spaventò tutti con l'eruzione<br>del Vesuvio, di don Onofrio Galeota, poeta e<br> filosofo all'impronto''. (p. 13)
*''L'elettricità''<br>Adesso poi è uscita una nuova setta di filosofi, che hanno inventata una certa cosa che la chiamano elettricità, che io pur ci vado in pazzia. Basta dire che se uno, quando apre una tabacchiera, sternuta, non vogliono che sia sternuto, ma dicono che è il fluido elettrico sternutatorio, il quale, trovando fra il naso e la tabacchiera l'interruzione, salta non so bene se dal naso alla tabacchiera o dala tabacchiera al naso. Se uno paga un debito, non vogliono che sia un pagamento, ma dicono che sia la materia elettrica metallica che dalla sacca del debitore corre alla sacca del creditore. Se un innamorato bacia la mano dell'innamorata, dicono che è fluido elettrico amoroso; e mostrano una certa bottiglia piena di limatura di ferro che fa l'esperienza e carica e scarica a gusto loro. Questa è una filosofia da mandare uno agli Incurabili.<br>La sustanza è che con l'elettricità essi credono di dare la spiegazione di tutti i parossismi del Vesuvio ed io non ne credo niente. (p. 15)
 
==Bibliografia==