Igino Ugo Tarchetti: differenze tra le versioni

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*A che scopo dolerci delle donne? Noi possiamo mostrare loro di conoscerle, di saperle apprezzare nel loro valore, di tenerle anche in ispregio; esse sono tuttavia ben certe che noi le ameremo sempre.
*Ciò che gli uomini amano ed ammirano sopratutto nella donna, senza saperlo, è la loro fatuità.
*Gli uomini portano una [[maschera]] - le donne due.
*Il legame più potente che ci unisce alla donna è quello della maternità.
*In molta parte delle donne la resistenza è [[vanità]], o mancanza d'opportunità, o artificio; prova evidente di ciò, che cedono quasi sempre alla sorpresa.
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*Allora si ha incominciato realmente a soffrire, quando si ha imparato a tacere il proprio dolore.
*Gli uomini giocano colla loro felicità come i fanciulli, perduta la rimpiangono come uomini.
*L'idea della felicità negli uomini non può esser derivata che dalla memoria d'un bene trascorso o dal presentimento di un bene avvenire - in una vita antecedente o in una vita futura - giacchè non vi è nulla quaggiù d'onde essi abbiano potuto attingere questo concetto.
*Pochi e grandi dolori fanno l'uomo grande, piccoli e frequenti l'impiccioliscono; un fiotto lava la pietra, una serie di goccie la trapassa.
 
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*I pensatori e i filosofi di tutte le epoche e di tutti i paesi parlano dei loro tempi, come di tempi eccezionalmente scellerati. È logico arguire che gli uomini siano stati scellerati in ogni tempo.
*La [[giustizia]] di sè è nell'istante, quella degli uomini nel tempo, quella di Dio nell'eternità.
*La [[grandezza]] è solitaria. Si direbbe anzi che la solitudine è condizione della grandezza. Tutte le intelligenze superiori, tutte le nature superiori sono isolate - l'aquila vive sola, il leone solo.
*La malignità è cattiveria impotente.
*La [[prudenza]] è la maschera dell'astuzia. - O nessuna delle due è virtù, o entrambe.
*Strana cosa! Gli uomini piangono spesso del ridicolo.