Editto bulgaro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Verità (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
m sistemo citazione e tolgo doppione
Riga 1:
Citazioni su sull''''editto bulgaro''' o editto di Sofia.
 
*{{NDR|[[Enzo Biagi]]}} È il simbolo vivente del giornalismo televisivo. Il volto più noto dell’informazione alla Rai, dove del resto ha lavorato per 42 anni. Poi il diktat bulgaro, addì 18 aprile 2002, prontamente eseguito dall’apposito Agostino Saccà. Da allora Il Fatto, che da otto anni accompagnava gli italiani dopo il Tg1, il programma più visto della tv, che raccoglieva ogni sera quasi un terzo del pubblico, è scomparso. E, con esso, il suo conduttore. Ultima puntata, il 31 maggio 2002. ([[Marco Travaglio]])
*Ho già avuto modo di dire che [[Michele Santoro|Santoro]], [[Enzo Biagi|Biagi]] e [[Daniele Luttazzi|Luttazzi]], hanno fatto un uso della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, criminoso; credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non permettere più che questo avvenga. <br /> {{NDR|Ai cronisti presenti che chiedono se ciò significa un allontanamento dei tre dalla RAI}} <br /> Ove cambiassero, nulla ad personam, ma siccome non cambieranno... ([[Silvio Berlusconi]])
*Io non ho mai detto che Biagi e gli altri non dovessero continuare in RAI. Io ho detto che non dovevano utilizzare la RAI per fare trasmissioni faziose. Forse ho calcato la mano ma il servizio pubblico è pagato da tutti, anche da chi non la pensa come Biagi o gli altri. ([[Silvio Berlusconi]])
*L'uso che [[Enzo Biagi|Biagi]], [[Michele Santoro|Santoro]], ... come si chiama quell'altro? ...–, Santoro – ma l'altro? – [[Daniele Luttazzi|Luttazzi]], hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga. ([[Silvio Berlusconi]])
*Poi un giorno il presidente del Consiglio Berlusconi parlò dalla Bulgaria: «uso criminoso della televisione pubblica». La sentenza irrevocabile di condanna fu emessa così, su due piedi, senza processo né possibilità di difesa. L’apposito consiglio di amministrazione, da lui stesso nominato tramite i presidenti delle Camere Pera e Casini, e l’apposito direttore generale Agostino Saccà, da lui stesso imposto, s’incaricarono di eseguirla. Per la verità il premier, nella sua magnanimità, aveva lasciato aperto uno spiraglio: «Certo, se cambiano...». Biagi non cambiò, non si pentì, non prestò giuramento di fedeltà al regime. Come pure Santoro e Luttazzi. E il discorso si chiuse lì. ([[Marco Travaglio]])
*[[Silvio Berlusconi]], tra una serata al Bagaglino e una spallata fallita al governo, ha trovato il tempo e soprattutto la faccia tosta di ricordare [[Enzo Biagi]]. Con queste testuali parole: «Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso, rendo omaggio ad uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima». Le vicende che li hanno qualche volta divisi si chiamano diktat bulgaro del 18 aprile 2002, quando l’allora presidente del Consiglio ordinò la cacciata dalla Rai di Biagi, Santoro e Luttazzi per “uso criminoso della televisione”, trovando subito uno stuolo di servi furbi, da Agostino Saccà a Fabrizio Del Noce, pronti a obbedirgli. Morire a 87 anni può capitare. Rovinare gli ultimi anni di vita a un grande giornalista è un crimine. Mentre salutiamo il grande Enzo, ci auguriamo che, diversamente da Montanelli, abbia trovato il tempo di stilare l’elenco delle facce che non voleva vedere al suo funerale. Mi dicono che ieri il Tg1 ha spiegato agli italiani che Biagi, in seguito “ad alcune divergenze” con la Rai, aveva “deciso” di abbandonarla. Spero che non sia vero, ma temo che lo sia. E’ la vulgata post mortem, che deve mettere d’accordo tutti, a proposito di uno dei più violenti casi di censura mai visti in una democrazia occidentale. ([[Marco Travaglio]])
Line 11 ⟶ 10:
==Altri progetti==
{{interprogetto|w}}
 
[[Categoria:Politica]]