Michail Jur'evič Lermontov: differenze tra le versioni

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m sistemo le poesie sperando di capire il titolo: bellissime, ma un po' lunghe; da dove sono tratte, chi è il traduttore
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'''Michail Jurevič Lermontov''' (1814 – 1841), poeta, narratore e drammaturgo russo.
 
*''Io sempre amai nella mia vita | la solitudine scontrosa, | ove in me stesso mi chiudevo, | temendo, a rivelar tristezza, | la pietà umana di destare; || non capirebbero i felici, | pensavo, il che a me stesso oscuro, | e i pensier neri non varrebbe | gioia amicale o appassionato | fuoco di baci a trarsi via. || Ai miei confusi sogni volli | dare espressione con i versi, | sì che, leggendo tali fogli, | mi conciliassi tu col mondo, | colle passioni tempestose. || Ma l'occhio tuo sereno e puro | allora mi fissò stupito, | scotesti il capo tu e dicesti | ch'era malata la mia mente, | da brama futile accecata. || credendo alle parole tue, | mi profondai dentro il mio cuore, | ma pure in esso non trovai | che fosse futile la mente | tendendo a un che di misterioso || a ciò di cui son dati in pegno | volta notturna e cori d'astri, | a ciò che ci ha promesso Iddio | e che comprendere potrei | cogli anni e le meditazioni. || Ma me un'ardente, una severa | indole rode dalla culla... | E, avendo solo provato il male, | morrò non conoscendo in cuore | pensiero né scopo meschino.'' (da ''A N.F.I...va'', 1830)
 
*''Orrendo, trarre solitari | di questa vita le catene. | A spartire la gioia ognuno è pronto, | ma nessuno a spartire la tristezza. | Solo qui sono come un re celeste, | costretti in cuore i miei dolori, | e vedo, docili al destino, | come visioni gli anni dileguare; | e tornano essi, con dorato, | ma collo stesso antico sogno; | e vedo una solinga tomba | che aspetta: a che indugiare sulla terra? | di ciò nessuno sarà afflito: | s'allegrerà (ne sono certo) | la gente più della mia morte | che non, già, del mio nascimento...'' (da ''Solitudine'', 1830)
 
==''Un eroe del nostro tempo''==
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*Come tutti i ragazzi, egli ha la pretesa di essere anziano, crede che sul suo volto le profonde tracce delle passioni possano supplire i segni del tempo.
*Amo i nemici, sebbene non in modo cristiano. Essi mi procurano dello svago, mi agitano il [[sangue]]. Stare sempre in guardia, afferrare ogni sguardo, il significato di ogni parola, indovinare le intenzioni, mandare all'aria i complotti, fingersi ingannato e poi d'un colpo rovesciare tutto l'immenso e complicato edificio di astuzie e trame, ecco ciò che io chiamo vivere.
 
A N.F.I...va
 
Io sempre amai nella mia vita
La solitudine scontrosa,
Ove in me stesso mi chiudevo,
Temendo, a rivelar tristezza,
La pietà umana di destare;
 
Non capirebbero i felici,
Pensavo, il che a me stesso oscuro,
E i pensier neri non varrebbe
Gioia amicale o appassionato
Fuoco di baci a trarsi via.
 
Ai miei confusi sogni volli
Dare espressione con i versi,
Sì che, leggendo tali fogli,
Mi conciliassi tu col mondo,
Colle passioni tempestose.
 
Ma l'occhio tuo sereno e puro
Allora mi fissò stupito,
Scotesti il capo tu e dicesti
Ch'era malata la mia mente,
Da brama futile accecata.
 
Credendo alle parole tue,
Mi profondai dentro il mio cuore,
Ma pure in esso non trovai
Che fosse futile la mente
Tendendo a un che di misterioso
 
A ciò di cui son dati in pegno
Volta notturna e cori d'astri,
A ciò che ci ha promesso Iddio
E che comprendere potrei
Cogli anni e le meditazioni.
 
Ma me un'ardente,una severa
Indole rode dalla culla...
E,avendo solo provato il male,
Morrò non conoscendo in cuore
Pensiero né scopo meschino.
1830
 
Solitudine
 
Orrendo,trarre solitari
Di questa vita le catene.
A spartire la gioia ognuno è pronto,
Ma nessuno a spartire la tristezza.
Solo qui sono come un re celeste,
Costretti in cuore i miei dolori,
E vedo, docili al destino,
Come visioni gli anni dileguare;
E tornano essi,con dorato,
Ma collo stesso antico sogno;
E vedo una solinga tomba
Che aspetta:a che indugiare sulla terra?
Di ciò nessuno sarà afflito:
S'allegrerà (ne sono certo)
La gente più della mia morte
Che non, già, del mio nascimento...
1830
 
==Bibliografia==