Podestà di Lecco: differenze tra le versioni

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[[File:I promessi sposi 082.jpg|thumb|340px| La disputa in materia di cavalleria tra il podestà di Lecco e il [[conte Attilio]] in presenza di [[fra Cristoforo]] invitato da [[don Rodrigo]] a far da giudice. Illustrazione di [[Francesco Gonin]] tratta dall'edizione del 21840 de ''[[I promessi sposi]].'']]
'''Podestà di Lecco''', personaggio minore del romanzo [[I promessi sposi]] di [[Alessandro Manzoni]].
 
==Citazioni del podestà di Lecco==
===''[[I promessi sposi]]''===
*{{NDR|Al [[Conte Attilio]] e a [[fra Cristoforo]]}} – Battere un ambasciatore! persona sacra! Anche lei, padre, mi dirà, se questa è azione da cavaliere.
*{{NDR|Al [[Conte Attilio]], disputando su una questione di cavalleria}} Ma ascolti, ma ascolti, ma ascolti. Percotere un disarmato è atto proditorio; ''atqui'' il messo ''de quo'' era senz'arme, ''ergo''...
*{{NDR|Al [[Conte Attilio]], disputando su una questione di cavalleria}} – Ma questo – replicava, non meno urlando il podestà, – questo è un di più, un mero di più, un ornamento poetico, giacché il messaggiero è di sua natura inviolabile, per diritto delle genti, ''jure gentium'': e, senza andar tanto a cercare, lo dice anche il proverbio: ambasciator non porta pena. E, i proverbi, signor conte, son la sapienza del genere umano. E non avendo il messaggiero detto nulla in suo proprio nome, ma solamente presentata la sfida in iscritto...
 
==Voci correlate==