Henry De Vere Stacpoole: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
''Al lume della lanterna ad olio.''<br><br>
Seduto su una cassa, col violino contro la spalla sinistra, Button suonava il « Shan van vaught », accompagnandone l'aria col ritmico battere del calcagno sul ponte.<br>''« Oh i Francesi son nella baia,<br>Dice il Shan van vaught »''.<br>Era vestito con un paio di calzoni di canavaccio, con una camicia a righe, e con una giacca ruvida flanella, fatta verdastra dal sole e dalla salsedine. Tipico vecchio guscio di conchiglia, dalle spalle tonde, e dalle dita adunche, ricordava vivamente la forma di un granchio. La sua faccia, rossa come la luna attraverso le brume dei tropici, assumeva, al dispiegarsi del suono, un atteggiamento di viva attenzione, quasi che il violino andasse narrando racconti molto più belli della vecchia pedestre storia sulla baia di Bantry. « Pat il mancino » era il suo nome di bordo; non perché veramente fosse mancino, ma solo perché ogni cosa che faceva la faceva alla rovescia o quasi.
===Citazioni===
*Perpetuamente morente e perpetuamente rinnovantesi, divorata dai pesci e assalita dal mare: ecco la vita della barriera corallina, non dissimile da quella d'un cavolo o d'un albero.<br>Ogni tempesta porta via qualche brano di roccia, che il corallo vivente sostituisce: si aprono in essa ferite che si rapprendono e si cicatrizzano proprio come le ferite nel corpo umano. (p. 185-186)
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*Henry De Vere Stacpoole, ''La laguna azzurra'' (''The Blue Lagoon''), traduzione di Maria Luisa Fagnocchi, Frassinelli Tipografo Editore, Torino 1949.
 
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