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*Sia quando fa sorridere, sia quando irrita, la [[Satira|satira politica]], è uno stimolo per guardare dentro noi stessi e più in generale dentro quel che avviene nella società. [...] In ogni caso, anche l'attacco ingeneroso e irriguardoso è meglio di qualsiasi tipo di censura. Dal primo ci si può difendere, dalla seconda no.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1024_04_1983_0345_0003_14627201/ I politici disegnano Forattini]'', ''La Stampa'', 5 febbraio 1983.</ref>
*{{NDR|Sulle elezioni del 1996}} Voglio gridare qui, dal mio letto, la più semplice e importante lezione che mi viene dalla mia esperienza; non smettere mai di cercare le soluzioni attraverso le intese.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0640_01_1996_0110_0007_8727409/ Che dolore non votare]'', ''La Stampa'', 22 aprile 1996.</ref>
*{{NDR|Discorso pronunciato il 16 marzo 1978, in occasione dello sciopero generale all'indomani dell'[[agguato di via Fani]] che portò al rapimento dell'onorevole [[Aldo Moro]]}} [...] Ma in questo giorno che è un giorno di lutto, un momento drammatico nella vita del paese, in questo giorno il tumulto delle emozioni non deve dominarci, dobbiamo opporre alla violenza disumana la forma della ragione, la determinata volontà di non piegarci al ricatto degli assassini, dei nemici della democrazia e della libertà del nostro paese. Si parla di guerra civile. Noi ne abbiamo conosciute, ma in questo caso non siano di fronte alla lotta di una parte pur piccola di un popolo contro un’altra parte. Non è così. Siamo di fronte ad un pugno di professionisti del terrorismo che si accanisce contro le istituzioni e le libertà nostre, siamo di fronte ad un piccolo gruppo di assassini che attenta alle istituzioni della democrazia italiana; è vero però, è vero e dobbiamo approfittare di questa circostanza per riflettere su questa realtà , che attorno a questa minuscola banda feroce di criminali sta un certo strato di acquiescenti, di passivi, di persone che se non altro moralmente si disimpegnano o addirittura solidarizzano con i criminali, con i terroristi o che stanno a guardare. Non è questo tempo di stare a guardare, amici di Roma. Non si può essere in questo momento, in questa prova, non si può assistere passivamente di fronte allo strazio che si tenta di fare delle istituzioni, della democrazia, della libertà del nostro Paese, dei valori fondamentali della convivenza civile che abbiamo conquistato con la nostra lotta.<ref>Citato in ''[https://www.collettiva.it/copertine/italia/2021/03/16/news/il_rapimento_di_aldo_moro-912980/ ''Il rapimento di Aldo Moro''], 16 marzo 1978.</ref>
 
 
{{Int|Da ''Io, il Pci e il nuovo riformismo''|Intervista di Salvatore Gatti, ''L'Espresso'', 16 dicembre 1984.}}