Gian Luigi Rondi: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su ''[[Whore (puttana)]]''}} Nei panni di Liz, [[Theresa Russell]] trova impeti e calori straordinari per costruirsi un personaggio che domina la storia dal principio alla fine soprattutto con una voce che, nella versione originale, mutava toni, accenti ed espressioni ad ogni momento.<ref>Da ''Il Tempo''; citato in ''[https://www.cinematografo.it/film/whore-puttana-uiqic0ym Whore - Puttana]'', ''cinematografo.it''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Umberto D.]]''}} Nonostante i suoi richiami a una nota contingenza sociale, nonostante la sua quasi realistica cornice romana, i suoi personaggi attuali, il suo clima a volte addirittura cronistico, questa vicenda – come ognun vede – ha una sua esatta destinazione letteraria, evoca, con lucida e quasi livida analisi, quei mondi angosciosi e irreali che, così spesso, ci descrivono i sogni, che così acutamente ci hanno narrato certi scrittori anteguerra del Mitteleuropa.<ref>Da ''Umberto D.'', ''[https://fondazionecsc.b-cdn.net/wp-content/uploads/2019/11/BN_1952_01.pdf Bianco e nero]'', gennaio 1952, p. 81.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Punto di non ritorno (film)|Punto di non ritorno]]''}} Quello però che infastidisce di più e che fa sconfinare del tutto la fantascienza nell'horror giustificato solo di rado è l'eccesso di particolari raccapriccianti spinti intenzionalmente oltre ogni limite: sia quando ci si compiace di intrattenerci quasi in primo piano su occhi enucleati dalle loro orbite, sia quando la regia dell'oriundo inglese [[Paul W. S. Anderson|Paul Anderson]] spinge al diapason il tasto della violenza; con accenti compiaciuti sul sangue versato o, peggio, sputato a fiumi. Ottenendo, immediato, l'effetto nausea. Fra gli astronauti, [[Laurence Fishburne]], Joely Richardson, Kathleen Quinlan, Jack Noseworthy. Dimentichiamoli.<ref>Da ''Il Tempo'', 24 gennaio 1998; citato in ''[https://www.cinematografo.it/film/punto-di-non-ritorno-tus7l1ps Punto di non ritorno]'', ''cinematografo.it''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''}} Si deve tuttavia alla linda e precisa regia di [[Giacomo Gentilomo|Gentilomo]] se almeno la sua cornice rivela un certo decoro [...].<ref>Da ''Il Tempo'', 22 gennaio 1955; citato in ''[https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/appassionatamente/8631/ Appassionatamente]'', ''cinematografo.it''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Il messia]]''}} Tutto quello che vi si vede e che si riferisce al Messia e agli apostoli è vero, asciutto, immediato, con sapore di pane, di polvere, di terra. La cifra visiva che nasce con logica precisa dalla cornice palestinese, ricreata soprattutto in Tunisia, è quella del sottoproletariato arabo-semita, con le sue cornici di oggi, i suoi costumi. Una cronaca del Terzo Mondo che non si scontra mai con la Sacra rappresentazione, perché la seconda nasce dalla prima.<ref>Da ''Il Tempo''; citato in Stefano Masi, Enrico Lancia, ''I film di Roberto Rossellini'', Gremese Editore, 1987, [https://books.google.it/books?id=gHCvJelYMMsC&pg=PA133 p. 133]. ISBN 887605281X</ref>