Grande Torino: differenze tra le versioni

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Citazioni sul '''Grande Torino'''.
 
==Citazioni==
*Chi è nato a Torino, difficilmente ha in famiglia qualcuno che non abbia raccontato, indipendentemente dall'essere tifoso o meno, cosa rappresentasse il Torino a quel tempo. Era molto di più di una squadra di calcio, era il simbolo di un'Italia che si rialzava in quel momento con le ossa abbastanza rotte. Era un qualcosa che la città sentiva come proprio. I grandi campioni di quella squadra [...] erano a portata di mano delle persone. Il fatto che quella squadra se ne sia andata tutta insieme, in quella maniera così tragica, quando la sua storia non era finita, rende tutto ancora più struggente. Il Grande Torino ha veramente cambiato un paradigma, trasformando una "porzione" in qualcosa di trasversale e comune. Di questo, noi tifosi del Toro siamo ancora profondamente orgogliosi. ([[Mauro Berruto]])
*Conosco le imprese del grande Torino grazie ai racconti di mio padre, torinese e torinista. È come se fossi stato al Filadelfia: è come se avessi visto [[Valentino Mazzola]] rimboccarsi le maniche della sua maglia granata e suonare la carica; è come se fossi ancora stordito dopo la tragedia di Superga. E invece non ero ancora nato. Ma ogni anno il 4 maggio il mio pensiero va a quella squadra che giocava un calcio bellissimo e vinceva con il cuore. ([[Riccardo Cucchi]])
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*Quel Grande Torino non era solo una squadra di calcio, era la voglia di vivere, di sentirsi di nuovo cittadini di una città viva e concorde che ci prendeva alla gola quando passavamo davanti alle macerie di piazza San Carlo, di fronte agli edifici sventrati. ([[Giorgio Bocca]])
*''Russ cume 'l sang | fort cume 'l Barbera | veuj ricurdete adess, me grand Turin. | En cui ani 'd sagrin | unica e sula la tua blessa jera. ''<ref>«''Rosso come il sangue | forte come il Barbera | voglio ricordarti adesso, mio Grande Torino. | In quegli anni di patimenti | unica e sola la tua bellezza era.''»</ref> ([[Giovanni Arpino]])
*Sarei potuto tornare anche in nazionale nel '48, nella famosa partita contro l'Inghilterra a Torino. Maroso era infortunato, come gli capitava spesso, ma Pozzo non volle chiamarmi, preferì il fiorentino Eliani. La spiegazione fu questa: avrei dovuto essere capitano, togliendo la fascia a Valentino Mazzola. Non si poteva negli anni del Grande Torino. ([[Pietro Rava]])
*Vandone, Motto, Mari, Macchi, Ferrari, Lussu, Giuliano, Francone, Marchetto, Giammarinaro, Balbiano. È questa la formazione che il 15 maggio 1949, in uno stadio Filadelfia stracolmo, salì le scale che dagli spogliatoi portavano in campo. Undici ragazzi, la maggior parte poco più che diciottenni, cui il destino aveva affidato un compito immenso: portare a termine il campionato 1948/49 e sostituire quella squadra leggendaria che era il Grande Torino. [[Valerio Bacigalupo|Bacigalupo]], Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, [[Valentino Mazzola|Mazzola]], Ossola: undici cognomi già entrati nella storia del calcio. Che avevano infiammato Torino e il Filadelfia e che la [[tragedia di Superga]], il 4 maggio, aveva portato via...<ref>Citato in Fabio Dalmasso, ''Noi del piccolo Grande Torino'', in ''SportWeek'' (Milano), nº 47 (811), La Gazzetta dello Sport, 10 dicembre 2016, p. 43.</ref>