Roma città aperta: differenze tra le versioni
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{{Film
|titoloitaliano = Roma città aperta
|immagine = Roma città aperta (1945) Magnani e Fabrizi (2).png
|didascalia = [[Anna Magnani]] e [[Aldo Fabrizi]] nel film
|genere = drammatico
|regista = [[Roberto Rossellini]]
|soggetto = [[Sergio Amidei]], [[Alberto Consiglio]]
|sceneggiatore = [[Sergio Amidei]], [[Federico Fellini]], [[Celeste Negarville]],
|attori =
*[[Anna Magnani]]: Pina
*[[Aldo Fabrizi]]: don Pietro Pellegrini *[[Maria Michi]]: Marina Mari
▲* [[Marcello Pagliero]]: Luigi Ferraris / Giorgio Manfredi
*
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▲* [[Harry Feist]]: maggiore Fritz Bergman
*[[Nando Bruno]]: Agostino, il sagrestano
▲* [[Vito Annichiarico]]: Marcello
*
*[[Amalia Pellegrini]]: Nannina
▲* [[Eduardo Passarelli]]: brigadiere metropolitano
*
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|doppiatori originali =
▲*[[Lauro Gazzolo]]: Luigi Ferraris / Giorgio Manfredi
*[[Giulio Panicali]]: maggiore Fritz Bergmann▼
*[[Gualtiero De Angelis]]: Francesco▼
*[[Rosetta Calavetta]]: Lauretta
▲*[[Gualtiero De Angelis]]: Francesco
*[[Roswita Schmidt]]: Ingrid
▲*[[Giulio Panicali]]: maggiore Fritz Bergmann
*[[Ferruccio Amendola]]: Marcello
}}
'''''Roma città aperta''''', film italiano del 1945 con [[Anna Magnani]], [[Aldo Fabrizi]] e [[Marcello Pagliero]], regia di [[Roberto Rossellini]].
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==Citazioni su ''Roma città aperta''==
*Commovente ancora a distanza di anni, il film reagisce con il suo stile semplice e diretto alla retorica di tanti anni di fascismo. (''[[Il Mereghetti]]'')
*Girato tra difficoltà economiche e organizzative di ogni genere, il film impose in tutto il mondo una visione e rappresentazione delle cose vera e nuova, cui la critica avrebbe dato poco più tardi il nome di [[Neorealismo (cinema)|neorealismo]]. Specchio di una realtà come colta nel suo farsi, appare oggi come un'opera ibrida in cui il nuovo convive col vecchio, i grandi lampi di verità con momenti di maniera romanzesca, in bilico tra lirismo epico e retorica populista. La stessa lotta antifascista è raccontata ponendo l'accento sul piano morale più che su quello politico, il che non gli impedì di essere il film giusto al momento giusto e di indicare attraverso le figure del comunista e del prete di borgata il tema politico centrale dell'Italia nel dopoguerra. (''[[il Morandini]]'')
*La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo ''Roma città aperta''. ([[Otto Preminger]])
*Roma era appena stata liberata e [[Roberto Rossellini]] diresse questo film con pochi mezzi. Il regista perfezionava il neorealismo, quel modo di narrare che doveva essere tanto vicino alla realtà da confondersi con essa. Nei contenuti e nelle immagini. I tedeschi che radunano i prigionieri, spingendoli coi fucili, la gente per strada, i gruppi di bambini, la scena della morte della [[Anna Magnani|Magnani]] sembrano istantanee della guerra. La drammaticità, la verità della ricostruzione hanno l'effetto di rilanciare il dramma e il coinvolgimento. Da questo film usciva un'immagine del popolo italiano ben diversa da quella accreditata fino ad allora: gente passiva, capace soltanto di obbedire allo scomodissimo alleato tedesco e di tradirlo al momento opportuno. (''[[il Farinotti]]'')
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