Mauro Forghieri: differenze tra le versioni

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*Non posso dimenticare la fase di sviluppo della [[Ferrari 312 T|312 T]], in un'epoca, per fortuna, in cui ci potevamo permettere il lusso di effettuare importanti trasferte invernali per sostenere test privati con il bel tempo, prima dell'avvio del campionato [[Formula 1]]. Proprio sul tracciato di Kyalami riuscimmo a mettere perfettamente a punto la 312 T la vigilia di Natale del 1974 — prima del debutto avvenuto su quel circuito, realizzando sul posto con mezzi di fortuna un nuovo serbatoio dell'olio, perché quello portato in Sud Africa evidenziava notevoli problemi nelle curve e controcurve veloci. Tante volte nella mia carriera mentre disegnavo motori, telai o sospensioni, mi convincevo di realizzare un capolavoro, quando poi il responso della pista confermava l'entità della mia "cazzata". Venne dunque in nostro soccorso un bidone di latta abbandonato nel box che, con i dovuti adattamenti, si rivelò un serbatoio di gran lunga migliore rispetto a quello per il quale avevo passato notti insonni. Una volta montato sulla monoposto — con ottimi risultati in pista — adottammo tutte le precauzioni affinché non venisse fotografato, in quanto i test della [[Scuderia Ferrari|Ferrari]] erano seguiti con grande attenzione in qualsiasi parte del mondo andassimo a provare. Prima di lasciare Kyalami per ritornare in Italia, avevo telefonato a Enzo Ferrari — una notizia che valeva per lui un regalo di Natale — informandolo che avevamo risolto il problema con successo, costruendo un serbatoio tutto nuovo che funzionava alla perfezione. Quando arrivammo a Maranello, il "Vecchio" ci stava aspettando perplesso ma curioso di vedere la nuova realizzazione: "Ma cos'è questa roba qui?", esclamò incredulo Enzo Ferrari nel vedere un grande contenitore in alluminio della [[Coca Cola]], modificato e adattato all'uso per una Ferrari di Formula 1. Quello fu il vero motivo per cui non volevamo venisse fotografata. La Ferrari salvata nell'onore da un bidone di Coca Cola. Altri tempi.<ref>Da Mauro Coppini (a cura di), ''Machina.0 – "Mauro Forghieri Deus Ex Machina"'', FormulaPassion, gennaio 2019, ISBN 9788894414912; citato in ''[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/pillole-f1-forghieri-e-il-natale-in-ferrari-enzo-coca-cola-598589.html Pillole F1 / Forghieri e il Natale in Ferrari]'', ''formulapassion.it'', 24 dicembre 2021.</ref>
*{{NDR|Su [[Chris Amon]]}} Chris è il più bravo tester e sviluppatore cha ho mai avuto in squadra. Numero uno. Anche migliore di [[Niki Lauda|{{sic|Nicky}} Lauda]].<ref>Da ''Autosprint Gold Collection'' nº 11, gennaio 2021, p. 72; citato in Mario Donnini, ''[https://autosprint.corrieredellosport.it/news/cuore-da-corsa/2020/04/01-2888382/formula_1_amon_af101_brutta_e_impossibile/ Formula 1: Amon Af101, brutta e impossibile]'', ''autosprint.corrieredellosport.it'', 1º aprile 2020.</ref>
*Le Lotus del 1977 e dell'anno successivo furono monoposto fantastiche, esploravano l'effetto suolo garantito dalle minigonne con grandi risultati. Però Chapman non aveva messo a fuoco un dettaglio fondamentale, come molti di noi avremmo capito da lì in poi e cioè che l'elemento davvero fondamentale per ottenere il massimo della deportanza era l'alettone posteriore. [...] Non appena iniziammo a cimentarci con l'effetto suolo, apparve via via sempre più chiaro che un alettone posteriore a sbalzo costituiva un fattore di grande rilievo. Io l'avevo capito già con la Ferrari T4 del 1979, che con il suo fondo e con le minigonne di depressione ne provocava tanta. E furono in tanti a sottostimarne l'aspetto aerodinamico: sostenevano che la nostra forza erano i cavalli regalati dal 12 cilindri, ma non era vero. Da tempo ormai tutti noi progettisti eravamo alla ricerca della massima depressione e quel fondo e quel retrotreno, quegli scarichi, diedero un apporto molto importante.<ref>Da ''Machina.3 – "70X1, Formula 1 1950-2020"'', FormulaPassion, marzo 2021; citato in Carlo Platella, ''[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/cambio-trasversale-manifesto-mauro-forghieri Cambio trasversale: il manifesto di Mauro Forghieri]'', ''formulapassion.it'', 13 gennaio 2023.</ref>
*{{NDR|Su Niki Lauda}} Se gli davi una monoposto in grado di vincere, Niki vinceva. Non c'è molto altro da dire.<ref>Citato in Roberto Boccafogli, ''[https://www.formulapassion.it/opinioni/roberto-boccafogli/charles-leclerc-ferrari-lauda-f175-sainz-redbull-mercedes-613024.html Charles Leclauda]'', ''formulapassion.it'', 12 aprile 2022.</ref>
 
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*{{NDR|Sulle [[Vettura di Formula 1|vetture di Formula 1]] degli anni Duemiladieci}} Se pitturiamo tutte le vetture odierne di bianco sarebbe molto difficile distinguerle una dall'altra, questo perché si è compresso troppo il regolamento in fatto di aereodinamica. Non per cadere nei rimpianti, ma ai miei tempi ogni vettura era molto diversa dall'altra, con soluzioni tecniche assai differenti, oltre al fatto che ogni team aveva dei progettisti carismatici che anche per orgoglio personale mai avrebbero copiato un rivale.
 
{{Int|''[https://www.formulapassion.it/machina/machina-3-secondo-mauro-forghieri-70-anni-f1-alfaromeo-hamilton Machina.3 secondo Mauro Forghieri]''|Da ''Machina.3 – "70X1, Formula 1 1950-2020"'', FormulaPassion, marzo 2021; citato in ''formulapassion.it'', 19 dicembre 2020.}}
* La denominazione Formula 1 venne adottata nel 1948. Circa dieci anni dopo entravo in Ferrari. Ero poco più che un ragazzo fresco di laurea in ingegneria, considerato un "imparatore" in quanto dovevo ancora conoscere tutto del lavoro che mi aspettava. Però avevo già chiara l'idea — che nel tempo si è sempre più rafforzata in definitivo convincimento — sul ruolo avuto dall'[[Alfa Romeo]] nel mondo delle competizioni. Autentiche opere d'arte di ingegneria meccanica, sono state automobili che hanno marchiato l'inizio della storia che ha generato lo sviluppo delle corse fino alla Formula 1. Le prime gare nate tra fine '800 e inizio '900, nel 1906 vengono chiamate Gran Premi. Dal '20 Formula Grand Prix: prima vittoria assoluta del Campionato Costruttori dell'Alfa Romeo nel 1925 e Campionato Internazionale Piloti nel 1931 e nel '32 con "Nivola", Tazio Nuvolari. Ritengo di poter affermare che senza i presupposti segnati dall'Alfa Romeo, oggi probabilmente non esisterebbe il campionato mondiale della massima espressione motoristica così come lo conosciamo.
*I colori italiani occupavano incontrastati la scena nelle gare dei primi anni '50: Alfa Romeo, Ferrari e Maserati. Maserati mi pare fosse la marca più diffusa sui circuiti perché la sua produzione era finalizzata principalmente per la vendita ai piloti, in quanto vettura "facile da capire". Ferrari regalò a Juan Manuel Fangio il Mondiale 1956 con una automobile avveniristica per quell'epoca, la [[Lancia D50|D50]], ricevuta dalla Lancia, costruttore che l'aveva ideata con il geniale Vittorio Jano e messa in pista con Alberto Ascari. Lancia avrebbe potuto rappresentare un perfetto completamento della nostra forza automobilistica sulle piste di tutto il mondo, ma la morte del pilota lombardo segnò la fine dell'impegno della Casa torinese in Formula 1 e al contempo il successo della stessa vettura con il marchio della Scuderia Ferrari. Curiosa la storia intrecciatasi tra Ferrari e Lancia quasi trent'anni dopo, quando ho progettato un motore Ferrari appositamente per la Lancia Stratos da un'idea di Cesare Fiorio.