Fausta Cialente: differenze tra le versioni

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Le sere in cui l'orchestra veniva a suonare in casa la famiglia doveva cenare assai più presto del solito perché la signora e le ragazze, aiutate dalle due domestiche, avessero il tempo sufficiente per sbarazzare la tavola della sala da pranzo e riporre ogni cosa, la grande porta a vetri che la separava dall'entrata dovendo rimanere aperta. Bisognava tenere ben chiusi, invece, tutti gli usci verso la cucina e i "servizi" giacché il padre non voleva sentire durante l'esecuzione - ch'era più che altro una "prova" - gli strepiti delle rigovernature e le chiacchiere, le ''ciàcole'', anzi, delle serve. Queste prove si facevano dunque nell'entrata dell'appartamento, ch'era molto ampia e comunicava s'un lato con la sala da pranzo e sull'altro col salotto "buono", in modo che la sonorità piacevolmente si spandeva e si potevan piazzare le file delle seggiole destinate agli eventuali ascoltatori.
===Citazioni===
Nella casa di mio marito, a Alessandria, avevo trovato un'assai ricca biblioteca e mi ci ero gettata dentro con l'entusiasmo della mia età. Tutto era meravigliosamente nuovo, per me, e tutto leggevo cocon avidità. La " ''Nouvelle Revue Française'' ", ch'era nei suoi anni migliori, i più splendenti forse, tra le due guerre; la rivista politico-letteraria " ''Europe'' ", la " ''Revue Musicale'' ", allora diretta da Henri Prunières. Mi nutrivo abbondantemente e disordinatamente di cultura francese sopra tutto, ma anche di quel che ci offrivano allora l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Avevo ritrovato con una gioia immensa le opere complete di Conrad, e poi fu, via via, l'incontro fatale con André Gide che divenne per molti anni il mio autore prediletto (« quanto ti piace il diavolo che c'è in lui! » diceva sogghignando mio marito), con Roger Martin de Gard, Alain Fournier, Raymond Radiguet, la Mansfield, e più tardi la Woolf, Proust, Joyce; e mi sentii come folgorata la prima volta che lessi ''La Metamorfosi'' di Kafka e ''La morte a Venezia'' di Mann. (ppp. 208-209)
 
{{NDR|Fausta Cialente, ''Le quattro ragazze Wieselberger'', Arnoldo Mondadori Editore, 1976.}}