Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*La mia filosofia non è per nulla adatta a che si possa vivere di lei. Essa è priva dei requisiti primi, essenziali per una ben retribuita cattedra di filosofia.
*La [[musica]], intesa come espressione del mondo, è una lingua universale al massimo grado, e la sua universalità sta all'universalità dei concetti più o meno come i concetti stanno alle singole cose.<ref name=cic/>
*La ''qualità'' del sapere è più importante della sua ''quantità''. Questa conferisce ai libri solo spessore, quella profondità e insieme stile, perché è una grandezza ''intensiva'', mentre l'altra è una grandezza meramente estensiva. La qualità consiste nella chiarezza e completezza dei concetti, oltre che nella purezza ed esattezza delle conoscenze intuitive che ne stanno alla base; perciò tutto il sapere ne viene penetrato in tutte le sue parti ed è corrispondentemente pregevole o meschino. Con piccola quantità ma buona qualità di esso si fa di più che non con grandissima quantità e cattiva qualità.<ref>Da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'', traduzione di Sossio Giametta, Bompiani, 2010, p. 1279. ISBN 978-88-452-5710-0</ref>
*La ''speranza'' ci fa vedere quello che desideriamo, e la ''paura'' quello che ci preoccupa, come probabile e vicino, e ambedue ingrandiscono il loro oggetto. [[Platone]] (secondo Eliano, ''V. H.'', 13, 28) ha in modo molto bello chiamato la ''speranza'' il sogno del desto. La sua essenza sta in ciò, che la volontà costringe il suo servo, l'''intelletto'', quando esso non è in grado di procurare quel che si desidera, a dipingerglielo almeno davanti agli occhi, ad assumersi in genere la parte del consolatore, ad acquietare il suo padrone con delle favole, come la balia il bambino, e ad aggiustare queste ultime in modo che acquistino verosimiglianza. (2010)
*La sua vita oscilla quindi come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi. (§ 57; tomo II, p. 244)