Anna Vertua Gentile: differenze tra le versioni

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'''Anna Vertua Gentile''' (1846 – 1926), scrittrice italiana.
 
==Citazioni di Anna Vertua Gentile==
===''Bontà''===
*Il segreto per cui, persone anche d'ingegno limitato, di fortune più che modeste salirono nella stima del pubblico, o divennero la gioia dei convegni civili, sta tutto in questa formula: «furono buoni».
*La [[bontà]] vera non l'artificiosa, quasi direi, la mercantile condiscendenza ad ogni desiderio altrui, conquista gli animi più delle superbe violenze, più dei dottissimi raziocini.
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{{NDR|Anna Vertua Gentile, ''Bontà''; citato in [[Dante Leonardi]], ''Spighe d'oro'', Remo Sandron Editore, 1924}}
 
===[[Incipit]] di alcune opere===
====''Carlo e Carla''====
L'autunno s'era annunciato con l'aria grigia e certe folate di aria fredda ed umida che staccavano le ultime foglie dalle piante, tappezzando il suolo di un tappeto color di ruggine.<br>
Quel giorno, dopo una mattina di pioggiarella minuta e continua, un raggio di sole sbucava fra i nuvoloni e mandava una luce incerta sul giardino di Carlo.<br>
Egli era nel suo studiolo fino da bruzzolo, con i gomiti puntati su la scrivania e la testa fra le mani. Gli stava spiegata dinanzi una lettera di parecchie pagine, che egli aveva letto e riletto e pareva studiare con attenzione. Per certo, quella lettera gli aveva dovuto recare dolore, a giudicare dalla sua aria abbattuta, dai suoi occhi rossi e gonfi.
 
====''Ida attrice''====
– Una [[visita]], – disse Gianni entrando nel salottino con in mano un telegramma spiegato.<br>– Una visita!<br>Bianca smesse di agucchiare per prendere e leggere il telegramma che il marito le porgeva.<br>– Chi viene? – chiese Ida scattando da sedere e lasciando scivolare al suolo il gomitolo di lana insieme con il lavoro all'uncinetto.<br>La piccola Lalla, che si divertiva sul tappeto ai piedi della mamma con una vecchia bambola dalla faccia incrinata, raccolto il gomitolo, prese a farlo ruzzolare con grida di gioia.<br>– Chi viene? – chiese ancora Ida con una nota di curiosità nella voce.<br>Il tenente Di Loto. – rispose cupamente Gianni, che si era messo a sedere presso la moglie e brancicava il telegramma che questa gli aveva subito reso.<br>Il fratello dell'amico tuo, morto al Congo di febbre perniciosa?<br>Sì, il fratello del mio povero Roberto, – rispose Gianni senza levare gli occhi in volto alla moglie.<br>Il giovine tenente che fu ferito a Tripoli? – volle sapere Ida, che se ne stava ritta davanti al fratello ed alla cognata.<br>Gianni fece un cenno affermativo del capo, senza parlare, continuando a brancicare il telegramma con moto convulso.
 
====''Il romanzo d'una signorina per bene''====
Seduta a la piccola, elegante scrivania, presso l'ampia finestra aperta, Lucia, con la penna sospesa su 'l foglio, guardava fuori i rami dell'ippocastano, che scossi dall'aria degli ultimi giorni di marzo, ondeggiavano nell'azzurro le grosse umide gemme, scintillanti al sole come bottoni di color roseo dorato.<br>
I passeri, lieti della promessa del verde, del folto, volavano da un ramo a l'altro ciangottandosi a distanza, desideri, speranze, amorose impazienze.<br>