Camilla Baresani: differenze tra le versioni

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*«Sai» le dissi con improvvisa voglia di sdrammatizzare, «come tutti gli egoisti di buon cuore non sopporto la vista delle persone che rendo infelici.»<ref>Da ''Sbadatamente ho fatto l'amore''.</ref>
 
{{int|''[https://www.camillabaresani.com/i-miei-articoli/interviste/itcristinaittrisha-bowerman-una-giornata-con-la-chef-di-glass-e-romeobrown/ CristinaTrisha Bowerman – Una giornata con la chef di Glass e RomeoBrown]''|''SetteiO Donna'', marzodicembre 2013,2011; ripubblicato in ''camillabaresani.com''.}}
*Spesso quello che vediamo non è una verità ma un'interpretazione. Prendiamo, per esempio, la signora davanti a me. Potrei certamente dire che vedo una vecchia coi capelli grigiastri, i lineamenti aguzzi, lo sguardo incavato e smarrito – forse rivolto a ricordi confusi e a pensieri appannati. Potrei persino lamentarmi perché ho perso tempo: che senso ha andare fino a New York per incontrare una persona che quasi non comunica, per via di qualche malattia senile che le ha tolto la parola e forse anche il pensiero? Ora invece cambiamo interpretazione: potrei dire che la donna di 74 anni in piedi accanto a me è guizzante come una ragazza e che, anziché esprimersi con le parole, tende a farlo col corpo, tra l'altro spiegandosi benissimo. Potrei aggiungere che commuove la tenerezza con cui si stringe al bellissimo uomo che le è accanto, anche perché lui la cerca continuamente con lo sguardo e, accidenti, ditemi voi se non vorreste essere lei, [[Trisha Brown]], la ballerina e coreografa che ha rivoluzionato il mondo della danza contemporanea, mano nella mano col suo allievo Lee Serle, giovane ballerino e coreografo australiano dallo sguardo sognante, uno che mentre balla (l'ho visto da meno di un metro) riesce a far guizzare ogni muscolo, persino quelli del collo e del viso.
*Ditemi voi se alla sua età non vorreste avere un corpo come il suo, che ballando è in grado di volteggiare e slungarsi e arricciarsi e snodarsi, anche se per camminare in una stanza, tra tanta gente che è lì per onorarla, ha bisogno di essere tenuta per mano. Dev'essere qualcosa di simile a quello che capita ai balbuzienti: appena si tratta di cantare si sciolgono e per miracolo gli fluiscono le parole senza inceppature.
*Trisha Brown è tra i grandi coreografi del '900 quella che più ha reso estreme le possibilità del corpo, rivoluzionando la concezione di spazio, gravità, fluidità. "Sto cercando di raggiungere la danza perfetta, è questo che mi spinge a innovare", ha dichiarato per spiegare la continua evoluzione del suo percorso coreografico. Arrivata a New York nel '61, ha iniziato sguinzagliando la propria immaginazione con improvvisazioni, teatro d'avanguardia, pittura astratta, studio delle danze afro-americane. Erano anni di gran fervore avanguardistico, tra il Greenwich Village e SoHo, e la Brown diede il suo contributo portando la danza fuori dai teatri, sui tetti, nei giardini, nelle zone postindustriali di [[Manhattan]]. Coreografie astratte, antinarrative, spesso in assenza di musica, per le quali è stata coniata la definizione di postmodern dance. 
 
{{int|''[https://www.camillabaresani.com/i-miei-articoli/interviste/itcristina-bowerman-una-giornata-con-la-chef-di-glass-e-romeo/ Cristina Bowerman – Una giornata con la chef di Glass e Romeo]''|''Sette'', marzo 2013; ripubblicato in ''camillabaresani.com''.}}
*Partiamo dal numero di ore dormite: quattro e mezza al giorno, ogni giorno. Questo per dire che, certo, potenzialmente tutti possiamo farcela, ma non tutti abbiamo il rigore e l’energia fisica e mentale di [[Cristina Bowerman]]. A 46 anni, Cristina ha un compagno, un figlio di 5 anni, due cucine di ristorante, una stella Michelin, e una serie di titoli di studio che le sono serviti per vincere sfide con se stessa più che per svolgere il suo attuale lavoro. Per chi non la conoscesse, è un vanto nazionale, la donna dei due mondi, una “case history” da raccontare. [...] Nasce a Cerignola, provincia della provincia (di fatto, il nostro Midwest), studia al linguistico a Bari, si laurea in Giurisprudenza ("Un ripiego momentaneo"), lavora in uno studio legale per un paio d'anni, poi decide di fare un viaggio da sola attraverso gli Stati Uniti. Il terzo giorno, da New York, chiama la madre e le dice: "Mi trasferisco qui". Finita la vacanza, vende tutto quello che possiede e riparte per gli USA. Tornerà in Italia solo cinque anni più tardi.
*Diventa menu production manager di una catena di 16 ristoranti californiani. Si appassiona al design, alla grafica, al marketing, li studia in corsi universitari, si sposa con un americano (il signor Bowerman, da cui divorzierà mantenendo il cognome, per mimetizzarsi meglio). Non basta: si trasferisce ad Austin, Texas, "la città più hippy e all'avanguardia dell'America". Fa la grafica, compra casa coi soldi che ha guadagnato, divorzia, e a un certo punto decide di cambiare vita e iscriversi nella neo-università locale di Cordon Bleu, dove in due anni si laurea col massimo dei voti, lavorando di notte da Starbucks. [...] A questo punto la nostra eroina ha 32 anni. "Mi dò dieci anni per sfondare", si ripromette. E quindi fa la gavetta nella cucina di un ristorante "5 diamonds" e decide di aprire un suo locale ad Austin.