Mario Rapisardi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m wikificare
Pirizz (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{da wikificare}}
{{PDA}}
[[Immagine:MRapisardi.jpg|frame|right|Mario Rapisardi]]
 
'''Mario Rapisardi''' (1844 – 1912), poeta italiano.
*Biglietto da visita« Mario Rapisardi non iscrive nei giornali; non accetta nomine accademiche,né candidature politiche ed amministrative; non vuol essere aggregato a nessun sodalizio;non ha tempo di leggere tutti i libri che gli mandano, molto meno i manoscritti;né di rispondere a tutti coloro che gli scrivano. E di ciò chiede venia ai discreti. »
 
''==L'Atlantide=='' , 1894.
 
===[[Incipit]]===
*''Introduzione''
Quasi tutte le manifestazioni della vita ideale contemporanea vanno da per tutto di male in peggio ; il decadimento politico, letterario, morale e cotidiano, perpetuo, confessato ormai da' più ottimisti, lamentato dai più indifferenti.
L'indignazione degli animi onesti si sfoga in tutti i toni ; la protesta contro lo sfacelo prorompe confusamente dalla coscienza dei lavoratori.
Di tale indignazione e di tale protesta vuol essere questo poema un'artistica rappresentazione : una voce del secolo che si sfascia, una voce del secolo che si rinnova ; satira e lirica insieme.
 
*.."''Quando un ordinamento sociale, esaurite le sue forze, e dato quanto di meglio potea, non risponde più ai suoi fini, ogni nobile attività dell'uomo deve essere rivolta ad affrettarne la totale rovina, a sgombrare e preparare il campo alle nuove idee...." ''
La poesia, in tali frangenti, suole diventare satirica; ma quando la corruzione non ha neppure il carattere della grandiosità, essa ha il diritto di ricorrere alla parodia.
Di questo diritto ha creduto giovarsi l'autore con una libertà, che gli Ateniesi non disdicevano ad Aristofane, ma che sembrerà probabilmente soverchia a questa schizzinosa morale borghese, impastata di tornaconto e d'ipocrisia.
 
La parodia, quando sia condotta con arte, può riuscire a far ridere e fremere al tempo stesso quanti si serbano ancor sani e incorrotti in un'età di raffinati e di sfatti : il riso, in tal caso, è principio di ribellione alle menzogne e alle turpitudini del tempo : il fremito è foriero di quel benefico temporale, che purificherà, presto o tardi, l'atmosfera morale della nazione.
===Citazioni===
*"Ho creduto e crederò sino allultimo istante che flagellare i malvagi e smascherare gli ipocriti sia opera generosa e dovere massimo di scrittore civile."
*« Mario Rapisardi non iscrive nei giornali; non accetta nomine accademiche,né candidature politiche ed amministrative; non vuol essere aggregato a nessun sodalizio;non ha tempo di leggere tutti i libri che gli mandano, molto meno i manoscritti;né di rispondere a tutti coloro che gli scrivano. E di ciò chiede venia ai discreti. »
*« Amate la verità più della gloria, più della pace, più della vita. Fate di essa la vostra spada e il vostro scudo. »
*« Al poeta della libertà e della giustizia, al flagellatore degli ipocriti, dei venduti e degli sfruttatori della patria, manda un evviva con ammirazione d'artista, con gratitudine di cittadino e con affetto d'amico, ''E. De Amicis'' ».
 
=Commentario Rapisardiano= ,1932
*Egli pensava che la scuola è un istituto di massima importanza nella vita pubblica, che essa deve essere fucina di valori morali e palestra di educazione delle giovani generazioni, riteneva che la scuola non può essere estranea alla vita, se di essa non si vuol fare un esercizio di espiazione ovvero un museo di fossili.
===Citazioni===
*« Senza pianto una zolla e senza fiori / Terrà chi invan sfidò numi e tiranni. »
*« E se alle vostre piccolette gare / agli odi vostri, alme rissose, io penso / più che di sdegno di pietà sorrido »
==Frecciate==, 1881
*Egli pensava che la scuola è un istituto di massima importanza nella vita pubblica, che essa deve essere fucina di valori morali e palestra di educazione delle giovani generazioni, riteneva che la scuola non può essere estranea alla vita, se di essa non si vuol fare un esercizio di espiazione ovvero un museo di fossili.
*Odia i luoghi comuni la contessa : / Come fa dunque a non odiar sè stessa?
*Giovincelli,/ Saccentelli,/ Finocchielli,/ Nati apposta per rompere i corbelli./ Li sprezzi e ridi ?/ Metton fuor li ugnelli./ Lor mostri i denti o i dindi ?/ Eccoli agnelli.
Line 14 ⟶ 37:
*Popol, che per amor d'ozio e di pane / Tien fede all'oppressore, è popol cane.
*Son broda i versi tuoi, bofonchia Ciacco / E nel vin tuffa il grifo impertinente. / Ma se tu ancor ne brontoli, o vigliacco, / Ben deve la mia broda esser bollente.
==Lapide all'università di Catania== 1912
*" Poeta e propugnatore - Mario Rapisardi - accolse nell'animo - espresse nel verso - i teneri e gli eroici affetti - le aspirazioni e i voti - della premente umanità - le angosce dell'inscrutabile - la religione suprema - del Tutto vivente. - Flagellatore imperterrito - di ingiustizia di viltà di menzogna - visse intemerato - morì da forte - esempio rimprovero ammonimento - a contemporanei ed a posteri ..."''Arturo Graf''
*.."Quando un ordinamento sociale, esaurite le sue forze, e dato quanto di meglio potea, non risponde più ai suoi fini, ogni nobile attività dell'uomo deve essere rivolta ad affrettarne la totale rovina, a sgombrare e preparare il campo alle nuove idee...."
==Le Ricordanze==,1863 - 1868
*Ti rapirò dove dal sen si sferra / Selvatico cavallo il genio mio, / Dove col mondo e la fortuna in guerra / Sorgo fra i lampi e sfido a morte Iddio.
*O fausto giorno / Che consentisti di venirmi a fianco! / Per incanto d'amor, giovine torno.
*« La bellezza fisica della donna è uno dei più generosi spettacoli che la natura concede ai mortali, sempre deliranti fra il dolore e la morte ».
*O caste fogne,o verecondi truogoli / L'Arte è raggio di sol che non s'impegola / Il Ver non ama ambagi ed arzigogoli
==Scherzi versi siciliani==,1933
*I cessi catanesi in giubba e in guanti / Mi sfiatan contro il lor giudizio. Ahimè ! / Io faccio uso di disinfettanti, / E il lor giudizio non arriva a me.
==Lettera a Colajanni==1894
*« Al poeta della libertà e della giustizia, al flagellatore degli ipocriti, dei venduti e degli sfruttatori della patria, manda un evviva con ammirazione d'artista, con gratitudine di cittadino e con affetto d'amico, ''E. De Amicis'' ».
*« Mario Rapigardi è, nell'Italia presente, il solo poeta che abbia saputo accogliere in versi di altissimo suono e di tempra incorruttibile il grido dei tempi nuovi».''Arturo Graf''
*« I moti dei Fasci sono per noi come una propaggine del moto del 1860, inteso come " rivoluzione incompiuta". »
=Luciero=1877
*« ...La libertà, sublime<br />
Pianta che sol dov'è cultura alligna! »
===[[Incipit]]===
*Introduzione
AVVERTIMENTO
Questo poema, qua e là ritoccato nella forma, rimane intatto nella sostanza, tal quale apparve la prima volta nel 1877.
Da molte opinioni, in esso contenute, il pensiero dell'Autore s'è da molti anni dilungato, come sanno i lettori delle opere sue più recenti.
Lo studio più ordinato, la conoscenza più genuina degli avvenimenti storici, del nostro risorgimento politico specialmente, la meditazione più tranquilla dell'età matura, gli hanno dato una visione più chiara degli umani Ideali, hanno più direttamente orientate ed atteggiato il suo spirito verso il Vero, il Buono, il Bello : trinità unica dei Monisti, per dirla con Haeckel, la quale ha illuminato il suo intelletto, acceso il suo cuore, alimentato la sua fede nella perpetua ascensione dell'umanità.
Da questa fede appunto egli ha tratto il coraggio di ribellarsi agli altri e a se stesso, di staccarsi, non senza spasimo, da credenze che gli si erano 'fortemente abbarbicate nel cuore, di affermare le sue nuove convinzioni in lavori d'arte che hanno, se non altro, il pregio non comune della sincerità, e di rappresentarle quanto più vivamente ha potuto, senza riguardo alcuno ai poteri più o meno legittimi del giorno, al di fuori, e, se non fosse orgoglio, direi al di sopra di tutti i partiti, e per questo da tutti i partiti frainteso, contrariato, e più d'una volta brigantescamente aggredito e gesuiticamente calunniato.
La tempra dell'animo suo gli ha però procurato la soddisfazione di svolgersi liberamente fra molte difficoltà materiali e morali : le insidie dei sepolcri imbiancati, gli sdegni della nobilèa, i fremiti del borghesume, i silenzj congiurati e i vituperj della minosseggiante venalità non son riusciti a sviarlo una linea dal suo fatale andare ; gli hanno anzi cresciuto animo e lena a smascherare le volpi impellicciate da leoni, a marchiare col ferro e col fuoco i rigattieri della religione, i mercanti della politica, i bertoni dell'arte, i giannizzeri della libertà.
 
Vicino ormai a dissolversi nell'Infinito, egli può guardare e giudicare il suo passato con serena coscienza.
 
Degli errori della sua giovinezza si rammarica; dei colpi dati senza misura nel fervore della mischia, più che di quelli ricevuti, sinceramente si duole.
Rari son gli uomini che abbian la fortuna d'incontrarsi faccia a faccia, sull'uscio di casa, con l'Idea che guiderà la lor vita; I'autore di questo libro candidamente confessa che tal fortuna non l'ebbe.
Nato in città di provincia, da parenti borghesi, imbevuto, dalla puerizia, di cattoliche fiabe, istruito male per nequizia di tempi e inettitudine di maestri, entrato nell'adolescenza in giorni di fervori monarchici, egli dovette durar molta fatica per isvincolarsi dai serpenti di Laocoonte, disfarsi e rifarsi da sè nella solitudine, tra gli affanni d'un morbo letale.
Ma veduta ed abbracciata che ebbe la Verità, o ciò che tale gli parve, ei si sentì rinascere, e tutta le votò l'anima con ardore di neofito, con abbandono d'innamorato.
Si avventò contro tutti gli ostacoli, si liberò da tutti i gioghi, spezzò tutte le pastoie del suo pensiero; e le battaglie combattute in nome della Ragione gli parvero sante.
Ben egli sa, che questo correre inquieto verso un'Idea liberatrice, fu da certi manipolatori d'Antologie, date in pasto alle anime pargolette, giudicato manifesto segno di carattere instabile, ma della irrequietezza sua in cerca di luce e di libertà, e della sua convinzione di averle finalmente trovate e della costanza in rimaner loro fedele, egli non sarà certamente biasimato da chi, riconoscendo negli uomini il diritto al perfezionamento e il dovere di propugnare con tutte le forze le proprie opinioni, consideri spassionatamente l'ombra deserta da cui egli mosse e i pericoli animosamente sfidati per amore disinteressato del Vero, e paragoni la indipendenza selvatica della mente e la purezza generosa degl'intenti di lui con le tempestive conversioni e gli ambiziosi propositi di quanti si van procacciando a vil prezzo la protezione, l'agiatezza e gli onori che fan contenta ed ammirata la vita dei mediocri.
 
Nel tramonto di tanti idoli, nel fluttuare di tante idee, nella furia fragorosa di sì strane correnti artistiche e letterarie, egli rimane fermo in quei principj che ha riconosciuti per veri; aspira l'aura dei tempi nuovi; s'inebbria al sentore delle nuove battaglie ; ringiovanisce al pensiero che la Giustizia, la Libertà, la Pace trionferanno finalmente nel mondo.
*« Mario Rapigardi è, nell'Italia presente, il solo poeta che abbia saputo accogliere in versi di altissimo suono e di tempra incorruttibile il grido dei tempi nuovi».''Arturo Graf''
 
====Altri progetti====