Claude Debussy: differenze tra le versioni

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*La musica è una matematica misteriosa i cui elementi partecipano dell'Infinito. È responsabile del movimento delle acque, del gioco di curve descritte da mutevoli brezze; nulla è più musicale di un tramonto! Per chi sa guardarlo con emozione, è la miglior lezione di sviluppo scritta in quel libro non troppo frequentato dai musicisti che è la Natura... Guardano sui libri, attraverso i maestri, sollevando devotamente quella vecchia polvere sonora; va bene, d'accordo, ma l'arte potrebbe essere più lontano!<ref>Da ''Monsieur Croche: {{small|tutti gli scritti}}'', a cura di [[François Lesure]], edizione italiana a cura di Enzo Restagno, traduzione di Anna Battaglia, il Saggiatore, Milano, 2018, [https://books.google.it/books?id=iylhDwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT194&dq=&pg=PT194#v=onepage&q&f=false p. 194]. ISBN 9788865766569</ref>
*La verità è che la vera musica non è mai "difficile". Questo è soltanto un termine che funge da schermo, che viene usato per nascondere la povertà della cattiva musica. Esiste un tipo di musica: la musica il cui diritto all'esistenza è giustificato da ciò che essa è veramente, che si tratti soltanto dell'ennesimo pezzo in tempo di valzer (per esempio, la musica del caffè concerto) oppure che assuma la forma canonica di una sinfonia. Perché non si ammette che, di questi due casi, è molto spesso il valzer che dimostra un gusto migliore? (citato in [[Ian Carr]], ''Keith Jarrett: l'uomo, la musica'', Arcana Editrice, Milano 1992)
*Lavoro a cose che saranno comprese solo dai nipoti del XX secolo. (da una lettera a René Landormy, 25 luglio 1912<ref>Citato in ''Correspondence de Claude Debussy'', p. 356. Tradotto in Enrico Fubini, ''Il pensiero msusicale del Novecento'', nuova edizione, Edizioni ETS, 2011, p. 30.</ref>)
*Sono esistiti, ed esistono tuttora, malgrado i disordini che la civiltà reca, piccoli deliziosi popoli che appresero la musica con la semplicità con cui si apprende a respirare. Il loro conservatorio è: il ritmo eterno del mare, il vento tra le foglie, e mille piccoli rumori percepiti con attenzione, senza mai ricorrere a trattati arbitrari. Le loro tradizioni vivono negli antichissimi canti associati alle danze in cui ciascuno, durante i secoli, ha riversato il suo rispettoso contributo.<ref>Da ''[https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k6109714p/f127.item Concerts Colonne. Du goût]'', ''Revue musicale S.I.M.'', 15 febbraio 1913; citato in Jean-Jacques Nattiez, Margaret Bent, Rossana Dalmonte, Mario Baroni, ''Enciclopedia della musica'', vol. 5, Einaudi, Torino, 2005, pp. 290-291.</ref>