Carlo Maratta: differenze tra le versioni

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*Chi dicesse il Maratta un ''manierista'', forse non direbbe il vero; e molti gli {{sic|moverebbero}} contro la sentenza del Mengs che affermò: ''Avere egli sostenuto la pittura in Roma che non precipitasse come altrove''. E citerebbero anche il Lanzi che lo loda per quell'amabile e nobile modestia che diede alle Madonne (onde si acquistò il nome di Carlo dalle Madonne): per la graziosa {{sic|leggiadría}}, con cui fece gli {{sic|angioli}}; e per le belle e devote arie, che diede alle teste de' Santi. ([[Ferdinando Ranalli]])
*Discepolo eterno di Andrea Sacchi<ref>Andrea Sacchi (1599-1661), pittore italiano.</ref> studiò per molti anni Raffaello. Fu laboriosissimo fino alla decrepitezza. Con tutto ciò egli non è che un buon pittore, piacevole sì ma non interessa punto né per l'invenzione, né per l'espressione, né per il disegno, né per il colorito, né per l'effetto generale. In veder le cose sue, si resta freddo. Egli fu pittore non per talento, ma per fatica. ([[Francesco Milizia]])
*Il Maratta non è savio abbastanza per istare co' migliori cinquecentisti, né è sì pazzo da sorprendere per novità: che è quanto dire, non t'invoglia ne' suoi quadri con un'arte pura e senza vizi: e non ti {{sic|scote}} e seduce con alcuna di quelle bizzarre e nuove, diciamolo pure, stranezze degli artefici del {{sic|secento}}. ([[Ferdinando Ranalli]])
*La carriera del Maratti fu un continuo trionfo e, in verità, un capolavoro monumentale dopo l'altro uscivano dalla sua bottega. Né egli fu del tutto fautore dello stile del Sacchi e degli altri classicisti. I dipinti del 1650 rivelano l'incontro con il barocco del Lanfranco<ref>Giovanni Lanfranco (1582-1647), pittore italiano</ref>; egli ammise influssi dal Cortona e Bernini ed ebbe pure una certa simpatia per la tendenza mistica della seconda metà del secolo. Ciò che fece maggiore impressione sui suoi contemporanei fu che egli ristabilì il senso della dignità della figura umana vista in grandi, semplici forme plastiche e riprodotta con una sincerità e una convinzione morale senza uguali in quel momento. ([[Rudolf Wittkower]])
*Maratti era andato alquanto avanti verso una riconciliazione delle due tendenze opposte, la barocca e la classica. In ogni senso egli si attenne a una piacevole via di mezzo. I suoi quadri non contengono enigmi, nulla che renda perplesso il visitatore, nulla che susciti violente emozioni. Il suo modo scorrevole di maneggiare il linguaggio allegorico corrente, le impersonali generalizzazioni delle quali il suo lavoro abbonda, l'ammissione della dose giusta di splendore festivo, tutto ciò predestinava il suo stile magniloquente a divenire lo stile di corte per eccellenza nell'Europa di Luigi XIV. ([[Rudolf Wittkower]])