Emilio De Marchi: differenze tra le versioni

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'''Emilio de Marchi''' (1851 – 1901), educatore e romanziere italiano.
 
===''Demetrio Pianelli''===
*Il bisogno che fa gli [[uomo|uomini]] cattivi, fa brutte le [[donna|donne]]. (da ''Giacomo l'idealista'')
===Incipit===
*Il [[denaro]] non è l'[[idea]], ma compera i padroni dell'idea. (da ''Giacomo l'idealista'')
*Il [[mondo]] ama più le apparenze che la sostanza, e non c'è nulla che più offenda la gente incapace di bene quanto la vista del bene che fanno gli altri. Non potendo difendersi dal bene che ricevono, gli uomini cercano di non accorgersene o di dimenticare presto, fin che giunge opportuno il momento di vendicarsi con un piccolo trionfo d'ingratitudine. (da ''Demetrio Pianelli'')
*L'[[amore]] non si accende come un pagliaio, e non c'è nulla che mandi più fumo di un fuoco mal fatto. (da ''Demetrio Pianelli'')
*La [[pazienza]] dei popoli è la mangiatoia dei tiranni. (da ''Demetrio Pianelli'')
*La [[superbia]] è il cavallo dei ricchi; per la povera gente è fin troppo onore quando va a piedi. (da ''Demetrio Pianelli'')
*Non c'è mestiere più bello che fare lo zio d'America. (da ''Demetrio Pianelli'')
*Non c'è nulla che meglio si adatti a un'idea confusa quanto una [[parola]] che non si capisce. (da ''Giacomo l'idealista'')
*Non è mai utile complicare la [[verità]], specialmente quando si ha bisogno di far quattrini. (da ''Giacomo l'idealista'')
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Arabella''===
Milano, la grande città del fracasso, dopo aver mandato a casa l'ultimo ubbriaco, si sprofondò nel silenzio grave delle piccole ore di notte.<br />
A San Lorenzo sonarono due tocchi languidi, rotti dalla neve, che cadeva a fiocchi larghi.
Il Berretta, buttato l'ultimo pezzo di legno nel caminetto, fregandosi in fretta i ginocchi, brontolò in fondo alla gola:<br />
"Basta, finirà anche questa".<br />
Nella stanza vicina, dove malamente ardeva una candeluccia benedetta, stava nel suo letto distesa la povera signora Ratta, morta, vestita di una logora gonnella di cotone color terra secca, con in capo la più sgangherata delle sue cuffie famose e sulle gambe sottili un paio di calze di filugello bigio.
 
===''Demetrio Pianelli''===
Verso mezzodì Cesarino Pianelli, cassiere aggiunto, vide entrare nell'ufficio il cassiere Martini più pallido del solito, col viso stravolto, con un telegramma in mano.<br />
"Ebbene?", gli domandò, "che notizie mi dà?"<br />
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"Si fidi di me: vada, non perda tempo", disse premurosamente il Pianelli, confrontando il suo orologio con quello elettrico del cortile.
 
===''Giacomo l'idealista''Citazioni===
*Il [[mondo]] ama più le apparenze che la sostanza, e non c'è nulla che più offenda la gente incapace di bene quanto la vista del bene che fanno gli altri. Non potendo difendersi dal bene che ricevono, gli uomini cercano di non accorgersene o di dimenticare presto, fin che giunge opportuno il momento di vendicarsi con un piccolo trionfo d'ingratitudine. (da ''Demetrio Pianelli'')
*L'[[amore]] non si accende come un pagliaio, e non c'è nulla che mandi più fumo di un fuoco mal fatto. (da ''Demetrio Pianelli'')
*La [[pazienza]] dei popoli è la mangiatoia dei tiranni. (da ''Demetrio Pianelli'')
*La [[superbia]] è il cavallo dei ricchi; per la povera gente è fin troppo onore quando va a piedi. (da ''Demetrio Pianelli'')
*Non c'è mestiere più bello che fare lo zio d'America. (da ''Demetrio Pianelli'')
 
==''Giacomo l'idealista''==
===Incipit===
Giacomo Lanzavecchia mi scriveva sui primi di settembre: "Ti ricordo la promessa che mi hai fatta di venir a passare qualche giorno alle Fornaci. Non ebur neque aureum Mea renidet in domo lacunar... Ma c'è sempre la cameretta libera dello zio prete colla bella vista sul Resegone. Seguace dei pitagorici, io non sono cacciatore, ma c'è qui presso il 'Roccolo' di don Andrea, dove sento che quest'anno i tordi si lasciano pigliare volontieri. Se stenterai a pigliar sonno la notte, ti darò a leggere le bozze di stampa d'un certo mio 'Saggio sull'Idealismo dell'avvenire', che ebbe, se non lo sai, l'onore d'un mezzo premio d'incoraggiamento dal R. Istituto Veneto. Ma non spaventarti, caro Edoardo! So fare anche una polenta che non teme contraddizioni... Se discendi sabato sera colla corsa delle sette alla stazione di Cernusco, sarò a prenderti colla grigia e col venerando Blitz, un vecchio cane in cui dev'essere trasmigrata l'anima penitente d'un antico scettico. I miei ti aspettano a cena".
 
===Citazioni===
*Il bisogno che fa gli [[uomo|uomini]] cattivi, fa brutte le [[donna|donne]]. (da ''Giacomo l'idealista'')
*Il [[denaro]] non è l'[[idea]], ma compera i padroni dell'idea. (da ''Giacomo l'idealista'')
*Non c'è nulla che meglio si adatti a un'idea confusa quanto una [[parola]] che non si capisce. (da ''Giacomo l'idealista'')
*Non è mai utile complicare la [[verità]], specialmente quando si ha bisogno di far quattrini. (da ''Giacomo l'idealista'')
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Arabella''===
Milano, la grande città del fracasso, dopo aver mandato a casa l'ultimo ubbriaco, si sprofondò nel silenzio grave delle piccole ore di notte.<br />
A San Lorenzo sonarono due tocchi languidi, rotti dalla neve, che cadeva a fiocchi larghi.
Il Berretta, buttato l'ultimo pezzo di legno nel caminetto, fregandosi in fretta i ginocchi, brontolò in fondo alla gola:<br />
"Basta, finirà anche questa".<br />
Nella stanza vicina, dove malamente ardeva una candeluccia benedetta, stava nel suo letto distesa la povera signora Ratta, morta, vestita di una logora gonnella di cotone color terra secca, con in capo la più sgangherata delle sue cuffie famose e sulle gambe sottili un paio di calze di filugello bigio.
 
===''Il cappello del prete''===