Carlo Picchio: differenze tra le versioni

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{{Int|''La nemica di Cartagine''|''Storia Illustrata'', Anno IV, N. 1, gennaio 1960, Arnoldo Mondadori Editore|h=2}}
===[[Incipit]]===
Un itinerario archeologico-storico in [[Sicilia]] può avere la sua stazione di partenza a [[Siracusa]], la colonia ellenica più antica dell'isola, dopo quella di Naxos fondata da Teocle di Calcide intorno al 735 a. C. Ma mentre di Naxos restano appena pochi metri di muro a secco e dubie tracce di una necropoli a Capo Schisò, presso i Giardini di [[Taormina]], Siracusa ha saputo serbare il suo nome e custodire le superbe vestigavestigia della sua antichità.
 
===Citazioni===
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*Uno dei giorni più luminosi nella storia di Gela fu quello in cui Timoleonte, che allora reggeva Siracusa, restituì alla città, con le sue mura, l'antica dignità.
*Da Gela ad Agrigento la strada che corre lungo il margine meridionale dell'isola, ma raramente si affaccia sul mare, non offre grande interesse. Tuttavia il cuore vi batte più forte quando appare, sul suo aspro acrocoro, alta sulla Valle dei Templi e in vista del mare, Agrigento, la più giovane e la più fastosa delle colonie greche di Sicilia, patria di [[Empedocle]] (e, perché no? di [[Luigi Pirandello|Pirandello]]), che [[Pindaro]] nella sua seconda Pitica chiamò la più bella città dei mortali.
*Come [[Corinto]] e [[Sibari]], Agrigento fu città di piacere. I suoi ricchi allevarono cavalli da corsa che precorse l'entusiasmo degli ippofiiliippòfili d'[[Irlanda]].
*La più luminosa giornata di Agrigento fu quella del ritorno di [[Epeneto]], vincitore delle gare di [[Olimpia]].
*Se la Sicilia aveva certo i migliori conii del mondo, le monete d'Agrigento superavano tutte le altre per finezza di disegno e d'incisione.