Neoborbonismo: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*Ci vorrà quasi un secolo (e la caduta dei [[Casa Savoia|Savoia]]) perché le delusioni dell'[[Unità d'Italia|Unità]] producano nel Mezzogiorno un improbabile riscatto delle memorie regnicole. L'operazione nostalgia ha qualche merito: impone finalmente di riconoscere l'eroismo degli ultimi difensori di Gaeta, restituisce al [[brigantaggio]] la sua qualità autentica di "guerra contadina". Ha però anche una discutibile ricaduta politica. Dà a stura a una diffusa nostalgia neoborbonica nelle regioni del Sud, speculare alle tentazioni separatiste del Nord. Ma è un intervento di "plastica storiografica" quello che pretende di presentare le Due Sicilie come un reame favoloso, ricco, progredito, ben amministrato: insomma, un'Arcadia affacciata sul Golfo di Napoli e distrutta soltanto dalla bramosia di vicini invidiosi e militaristi. Che infine prevalgono grazie al tradimento. I simboli abusati di questo sviluppo immaginario del Regno meridionale sono da sempre il varo della prima nave a vapore, o meglio ancora il battesimo della linea ferroviaria Napoli-Portici, anche questa primizia assoluta per la penisola. [...] Distanza? Otto chilometri. Tanto è lunga la celebrata prima ferrovia italiana. [...] Il re è prudente. Autorizza la realizzazione di un primo tratto di linea ferrata, fino a Nocera e Castellammare di Stabia. Il viaggio a Portici dovrebbe convincerlo della bontà dell'impresa, ma evidentemente non ci riesce pienamente se ventidue anni dopo, al momento dell'annessione al Regno d'Italia, le province del Sud continentale dispongono in tutto di 99 chilometri di strade ferrate. In Sicilia, chilometri 0. Sono numeri che la dicono lunga sulle immaginarie "magnifiche sorti, e progressive" dell'economia meridionale. ([[Antonio Caprarica]])
*Erano convinti, e me lo dicevano in tono sincero e accorato, che il Sud fino all'Unità d'Italia fosse stato un paese felice, molto più progredito del Nord, addirittura in pieno sviluppo industriale, e che l'unificazione ma per loro la conquista piemontese fosse stata una violenza senza nome, imposta dall'esterno a un paese ignaro e ostile. È un fatto che mistificazioni di questo genere hanno presa su moltissime persone in buona fede, esasperate dalle denigrazioni sprezzanti di cui il Sud è stato oggetto; e che la leggenda di una Borbonia felix, ricca, prospera e industrializzata, messa a sacco dalla conquista piemontese, serve anche a ridare orgoglio e identità a tanta gente del Sud. Peccato che attraverso queste leggende consolatorie passi un messaggio di odio e di razzismo, come ho toccato con mano sulla mia pelle quando i messaggi che ricevevo mi davano del piemontese come se fosse un insulto. ([[Alessandro Barbero]])
*Il revisionismo di oggi è [...] mitologico [....] propagandistico e di parte, non serio, non critico. È semplicemente il piacere di reinventare il passato, mentendo quando c'è bisogno, per servire a fini ideologici attuali. [...] L'unico punto su cui si può dibattere è in realtà un equivoco. È vero che l'industria al sud non era in ritardo rispetto al nord in quel momento. Il problema è che industria era insignificante dappertutto in italia. Il meridione era entrato già dal tardo medioevo in declino. Coloro che hanno piacere di raccontare queste fregnacce diranno che a Napoli è stata costruita la prima ferrovia d'Italia la Napoli – Portici, ma nel 1860 non c'era nient'altro, la rete stradale del mezzogiorno erano insignificanti rispetto a ciò che c'era al nord semplicemente perchè un governo passivo e spaventato del progresso non aveva voluto proseguire in quella direzione. L'analfabetizzazione era 10 volte superiore alle zone più avanzate del nord un abisso. Tutti altri elementi statistici danno senso di divario abissale. ([[Alessandro Barbero]])