Carlo Luigi Morichini: differenze tra le versioni

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*La [[virtù]] che fu universalmente celebrata da' più remoti tempi presso tutti i popoli e posta sotto la tutela speciale degli Dei fu l'[[ospitalità]]: virtù, è vero, facile ad esercitarsi nel primiero stato degli antichi popoli, perché men frequenti n'erano allora le occasioni e poca noja recava l'accogliere in casa uno straniero anche per qualche giorno. Il mangiare insieme del pane e del sale offerto in principio della mensa costituiva una specie di rito ospitale e quindi nascevano mutui vincoli di amicizia: la cui violazione era altamente condannata dalla pubblica opinióne e spesso dalle leggi. (in prefazione, p. IX)
*Innanzi il cristianesimo il solo popolo ebraico ci offre un complesso di leggi tendenti sì a prevenire e sì a soccorrere la [[povertà]]. A nome di Dio [[Mosè]] dichiarava che nel suo popolo non doveva esservi uomo indigente o mendico. Entravano gli Ebrei nella [[Cananea|Cananitide]] ricchi delle spoglie di Egitto e delle soggiogate provincie, ed era ad essi esattamente ripartila per tribù e per famiglie una terra feracissima la quale coltivata con ogni industria dava ubertosi frutti. (in prefazione, p. X-XI)
*Nel primo nascere della chiesa di Cristo i novelli fedeli siccome aveano un cuor solo e un'anima sola, così non per alcuna legge clieche ve gli obbligasse ma di libera volontà posero in comune i loro beni. Quindi nessuna distinzione di poveri e di ricchi: il patrimonio comune provvedeva a tutti secondo i bisogni. Le comuni mense, di cui l'uso si mantenne per qualche tempo fra i cristiani si chiamavano ''agape'', appunto perché il vocabolo esprimesse non tanto l'atto del cibarsi quanto il vicendevole affetto che lo informava. (in prefazione, p. XVI)
*E tanto era generosa in tutte le sue opere la cristiana [[carità]] che non mancò fra' gentili stessi chi ne abusasse, come ne fanno fede [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] e un pagano scrittore, [[Luciano di Samosata]]. (in prefazione, p. XVIII)
*Così in [[Roma]] le più nobili e ricche matrone, gli uomini patrizii e consolari e sopratutti i romani pontefici erano esempi di [[carità]]. E Roma si tenne sempre carissima questa splendida eredità trasmessale da suoi avi, sicché può dirsi con sicurtà che nessun'altra città ne fosse più ricca. (in prefazione, p. XXI)