Stefano D'Arrigo: differenze tra le versioni

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*Poi, a vederlo di là vicino, fu uno spettacolo da fargli trattenere il respiro. L’orcaferone, l’aveva pigliato una così terribile furia, da fargli impallidire tutti: nero, gigantesco, avvulcanato, era come se lottasse col mare medesimo e da quel massacro d’acqua si sollevavano montagne di schiume. (2019, p. 774)
*Oh, giovanotti, ma ve lo volete mettere in testa che quella non è una quilibet qualsiasi, ma è l’orca, orca orcinusa, la Morte in una parola, la Morte marina? Ma sul serio, sul serio pensate di poterla fare fessa, di incavallarla? Ma sul serio, sul serio pensate di poterci qualcosa, di influirvi, di cambiarle il principio? (2019, pp. 791-792)
== Citazioni su Stefano D'Arrigo ==
 
*Il fatto è che nell'ingegneria narrativa conta specialmente la virtù che taluno vantò nel [[Francesco Borromini|Borromini]]: dell'ornato che sappia farsi funzione, al punto che, se mancasse l'edificio crollerebbe. È il caso dell'''Orca'', mi sembra, e il libro ritorna oggi per la necessaria verifica. Vogliamo riaprirlo senza pregiudizi, vincere una buona volta le resistenze della cattiva coscienza? Vogliamo provare a dedicargli, infine, lo stesso allarme e rispetto che se fosse tradotto dall'inglese? ([[Gesualdo Bufalino]])
== Bibliografia ==
*Stefano D'Arrigo, ''Horcynus Orca'', Mondadori, 1975.