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==''La montagna incantata''==
*La [[libertà]] ha sempre significato in Europa una franchigia per essere chi autenticamente siamo. (''Prologo per i francesi'', III, p. 29)
===[[Incipit]]===
*La missione del cosiddetto «intellettuale» è, in certo modo, opposta a quella del politico. Il lavoro intellettuale aspira, spesso invano, a chiarire un poco le cose, mentre il lavoro del politico, al contrario, consiste normalmente nel confonderle più di quanto già non siano per se stesse. Essere di sinistra è, come essere di destra, uno degli infiniti modi che l'uomo può scegliere per essere un imbecille: entrambi in effetti sono forme della emiplegia morale. (''Prologo per i francesi'', IV, p. 31)
Nel colmo dell'estate un comune giovanotto partito da Amburgo, sua città natale, se ne andava a Davos-Platz, nei Grigioni, per un soggiorno di tre settimane.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>
*È stato il cosiddetto «[[individualismo]]» ad arricchire il mondo, ad arricchire tutti nel mondo. (''Prologo per i francesi'', IV, p. 35)
 
*La cosa importante è la memoria degli [[errore|errori]], che ci consente di non commettere sempre gli stessi. (''Prologo per i francesi'', IV, p. 39)
===Citazioni===
*Le città sono piene di gente. Le case, piene di inquilini. Gli alberghi, pieni di ospiti. I treni, pieni di viaggiatori. I caffè, pieni di consumatori. Le strade, piene di passanti. Le anticamere dei medici più noti, piene d'ammalati. Gli spettacoli, appena non siano particolarmente estemporanei, pieni di spettatori. [...] La moltitudine, improvvisamente, si è fatta visibile, si è installata nei luoghi migliori della società. Prima, se esisteva, passava inavvertita, occupava il fondo dello scenario sociale; ora è avanzata nelle prime linee, è essa stessa il personaggio principale. Ormai non ci sono più protagonisti: c'è soltanto un coro. (pp. 47-49)
*È l'amore, non la ragione, che è più forte della morte.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della letteratura'', traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 227. ISBN 9788858024416</ref>
*''Il fatto caratteristico del momento è che l'anima volgare, riconoscendosi volgare, ha l'audacia di affermare il diritto della volgarità e lo impone ovunque.'' (p. 53)
*[...] E mentre provava a mettersi nei panni del signor Albin e si figurava come dovesse sentirsi chi si fosse definitivamente liberato da lpeso dell'onore e godesse per sempre gli inauditi vantaggi della vergogna, il giovane fu scosso da un senso di confusa dolcezza che per un po' impresse al suo cuore un palpito ancora più accelerato.<ref>Da ''La montagna incantata'', traduzione di Ervino Pocar, Dall'Oglio, 1965, pp. 133-134.</ref>
*Come quegli insetti che è impossibile estrarre dal loro nido, non c'è modo di sloggiare l'ottuso dalla sua insipienza, di farlo uscire dalla sua cecità e costringerlo a mettere a fuoco la visione abitualmente torpida con altri punti di vista più sottili. L'ottuso è insipiente perennemente, incessantemente. Per questo [[Anatole France]] diceva che un imbecille è più funesto di un malvagio: il malvagio talvolta si riposa, l'imbecille mai. (p. 99)
*"Ha sentito parlare il terremoto di Lisbona?"<br />"No... Un terremoto? Qui non leggo giornali..."<br />"Lei mi fraintende. E giacché ci siamo, è deplorevole... e significativo di questo luogo... che lei trascuri di leggere i giornali. Ma lei mi fraintende. Il cataclisma cui alludo non è attuale, E avvenuto circa 150 anni fa..."<br />"Ho capito! Sì, sì... aspetti! Ho letto che quella notte, a Wieman, Goethe nella sua camera disse al domestico..."<br />"Via, non volevo dir questo..." lo interruppe Settembrini chiudendo gli occhi e agitando la piccola mano bruna. "D'altro canto lei confonde le catastrofi lei hai mente il terremoto di Messina. Lo alludo alle scosse che sconvolsero Lisbona nel 1755." (1992, p. 414-415)
*La filosofia non ha bisogno né di protezione, né di attenzione, né di simpatia da parte delle masse. Conserva il suo carattere di perfetta inutilità; e in tal modo si affranca da ogni soggezione all'uomo-massa. Si riconosce come essenza problematica, e abbraccia in letizia il suo libero destino di uccello del buon Dio, senza chiedere di essere accettata, senza raccomandarsi a qualcuno né difendersi. (p. 113)
*Il sintomo morboso, disse, sarebbe attività amorosa camuffata e ogni malattia amore trasmutato.
*La salute delle democrazie, qualunque siano il loro carattere e il loro grado, dipende da un miserabile particolare tecnico: il sistema elettorale. Tutto il resto è secondario. (p. 181)
*Il tempo raffredda, il tempo chiarifica; nessuno stato d'animo si può mantenere del tutto inalterato nello scorrere delle ore.<ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*Io infatti non ho ancora incontrato un uomo perfettamente sano.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della letteratura'', traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 226. ISBN 9788858024416</ref>
*L'interesse alla morte e alla malattia... non è che una variata espressione dell'interesse alla vita.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della letteratura'', traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 225. ISBN 9788858024416</ref>
*L'uomo non vive soltanto la sua vita personale come individuo, ma – cosciente o incosciente – anche quella della sua epoca e dei suoi contemporanei, e qualora dovesse considerare dati in modo assoluto e ovvio i fondamenti generali e obiettivi della sua esistenza ed essere altrettanto lontano dall'idea di volerli criticare quanto lo era in realtà il buon Castorp, è pur sempre possibile che senta vagamente compromesso dai loro difetti il proprio benessere morale. Il singolo può avere di mira parecchi fini, mete, speranze, previsioni, donde attinge l'impulso ad elevate fatiche e attività; se il suo ambiente impersonale, se l'epoca stessa, nonostante l'operosità interiore, è in fondo priva di speranze e prospettive, se furtivamente gli si rivela disperata, vana, disorientata e al quesito formulato, coscientemente o no, ma pur sempre formulato, di un ultimo significato, ultrapersonale, assoluto, di ogni fatica e attività, oppone un vacuo silenzio, ecco che proprio nel caso di uomini dabbene sarà quasi inevitabile un'azione paralizzante di questo stato di cose, la quale, passando attraverso il senso morale psichico, finisce con l'estendersi addirittura alla parte fisica e organica dell'individuo. Per aver voglia di svolgere un'attività notevole che sorpassi la misura di ciò che è soltanto imposto, senza che l'epoca sappia dare una risposta sufficiente alla domanda "a qual fine?", occorre o una solitudine e intimità morale che si trova di rado ed è di natura eroica o una ben robusta vitalità.
*La [[malignità]] caro signore, è lo spirito della critica, e la critica è l'origine del progresso e della civiltà.
*La [[morte]] di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive.
*La [[tolleranza]] diventa un crimine quando si applica al male.
*Le opinioni non possono sopravvivere se uno non ha occasione di combattere per esse.
*"[...] Qui c'è anzitutto molta Asia nell'atmosfera... non per nulla si devono brulicare i tipi della Mongolia moscovita! Questa gente" e Settembrini accennò col mento dietro a sé, "non si regoli spiritualmente su di loro, non si lasci contagiare dai loro concetti, ponga invece la sua natura, la sua superiore natura contro la loro, e consideri sacro tutto quanto a lei, figlio dell'[[Occidente]], del divino Occidente, figlio della civiltà, è sacro per natura e tradizione, per esempio il [[tempo]]! Codesta liberalità, codesta barbara larghezza del consumo del tempo è stile asiatico... e forse per questo I figli dell'Oriente si trovano così bene quassù. Non ha mai notato che quando russo dice: "quattro ore" non dice più di quando uno di noi dice "una"? Non è difficile immaginare che la noncuranza di costoro in riferimento al tempo dipenda dalla selvaggia vastità del loro paese. Dove c'è molto spazio c'è molto tempo... infatti si dice che sono il popolo che ha tempo può aspettare. Noi no, noi europei non possiamo. Abbiamo poco tempo, come il nostro nobile continente, articolato con tanto garbo, ha poco spazio, noi dobbiamo ricorrere alla precisa amministrazione dell'uno e dell'altro, allo sfruttamento, caro ingegnere! Prenda per simbolo le nostre grandi città, centri e fuochi della civiltà, crogioli del pensiero! Come il terreno vi rincara, È lo spreco di spazio diventa impossibile, nella stessa misura, noti, anche il tempo diviene sempre più prezioso. Carpe diem! Lo disse uno che viveva in una metropoli. Il tempo è un dono di Dio, dato all'uomo affinché usi... ne usi, ingegnere, al servizio dell'umano progresso!" (1992, p. 402-403)
*Scrivere bene significa quasi pensare bene, e di qui ci vuole poco per arrivare ad agire bene.
*Si dice che l'attesa sia lunga, noiosa. Ma è anche, in realtà, breve, poiché inghiotte quantità di tempo senza che vengano vissute le ore che passano e senza utilizzarle.<ref>Da ''La montagna incanta'', traduzione di B. Giachetti-Sorteni, dall'Oglio, Milano, 1955; citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. 39. ISBN 88-08-09982-2</ref>