Italo Pizzi: differenze tra le versioni

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*[[Firdusi]] descrive il miserando stato dell'Iran sotto lo scettro di [[Zahhak|Dahàk]]. Ogni colpa, ogni opera trista, fu lecita allora, mentre ogni virtù era perseguitata.<ref>Firdusi, [https://archive.org/details/illibrodeirepoem01firduoft/page/22 ''Il libro dei re''. vol. I], traduzione di Italo Pizzi, Torino, Vincenzo Bona, p. 22, 1886.</ref>
*Con Yezdeghird si chiude la serie dei monarchi persiani, e la conquista degli Arabi segna l'entrar nell'Iran di una nuova fede, di una nuova legge e di nuovi dominatori.<ref>Firdusi, [https://archive.org/details/illibrodeirepoem01firduoft/page/84 ''Il libro dei re''. vol. I], traduzione di Italo Pizzi, Torino, Vincenzo Bona, p. 84, 1886.</ref>
*[...] fu peculiare dottrina persiana quella del [[Sufismo]], dottrina più filosofica che religiosa, più mistica che devota e credente, panteistica, sebbene a parole professasse il monoteismo e adoperasse i termini del Corano, atea e scettica nella sostanza, sebbene professasse il più ardente e sviscerato amor divino. E, cosa strana davvero! questa cupa dottrina che anelava all'annientamento dell'essere individuale nell'Essere universale, assunse la più splendida e smagliante forma poetica che fa della lirica persiana, pur con molte leziosaggini e svenevolezze, un gioiello inimitabile!<ref>Da ''[https://archive.org/details/lislamismo00pizzgoog/page/n7/mode/1up L'Islamismo]'', Ulrico Hoepli, Milano, 1903, cap. V, p. 255.</ref>
 
{{Int|1=Da ''Gli Irani''|2=[https://archive.org/details/PizziAvesta/page/n18/mode/2up ''L'Avesta''], Istituto editoriale italiano, Milano, pp. 19-35, 1914}}