Randy Mamola: differenze tra le versioni

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Creata pagina con "thumb|Randy Mamola (2005) '''Randy Mamola''' (1959 – vivente), pilota motociclistico statunitense. ==Citazioni di Randy Mamola== {{cronologico}} {{Int2|''[https://www.dueruote.it/sport/motorsport/piloti/2019/09/29/randy-mamola.html La leggenda "anomala" della MotoGP]''|Intervista di Adam Wheeler, ''Dueruote.it'', 29 settembre 2019.}} *{{NDR|«Arrivare tante volte secondo cosa ti ha lasciato?»}} Mi sentivo comunque in cima..."
 
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{{Int2|''[https://www.dueruote.it/sport/motorsport/piloti/2019/09/29/randy-mamola.html La leggenda "anomala" della MotoGP]''|Intervista di Adam Wheeler, ''Dueruote.it'', 29 settembre 2019.}}
*{{NDR|«Arrivare tante volte secondo cosa ti ha lasciato?»}} Mi sentivo comunque in cima al mondo, non mi importava di essere secondo. L'obiettivo era sempre la medaglia d'oro, ma ho ottenuto quattro argenti e due bronzi. Ho conquistato 57 podi. Escludendo gli anni della Cagiva, se fai i conti vedrai che sono salito sul podio più del 50% delle volte nella mia carriera. Abbiamo fatto errori, ho fatto errori. All'inizio ero un pilota orrendo sul bagnato e poi sono diventato uno dei migliori piloti con la pioggia... Sono cambiato tante volte nella mia vita, come pilota e come uomo: mi sono evoluto restando sempre fedele a me stesso.
*{{NDR|«Da dove arriva la tua stravaganza?»}} Sono nato nel 1959, quindi vengo dagli [[anni Sessanta]]. C'erano in giro droghe, movimenti hippy, Harley e [[Hell's Angels]]: un cambio di cultura totale. È stata l'epoca migliore per tutto: c'era la migliore musica di sempre, c'era uno show televisivo chiamato ''Ed Sullivan Show'', e tutti quelli che contavano ci andavano e io volevo essere come [[Ringo Starr]] alla batteria! Ho suonato la batteria dagli otto ai dodici anni, poi ho smesso perché i miei genitori non potevano più permetterselo. Ero sveglio e imparavo le cose in fretta, ero consapevole della mia celebrità e di essere uno showman. Mi ispiravo a persone come [[Kenny Roberts]] e il mio cane si chiamava Rex, dal nome di Rex Beauchamp che vinse il San José Mile. Ma mio padre, che era un meccanico, mi teneva con i piedi per terra. Sono stato educato "alla vecchia maniera", e quando uscivo dai binari sapevo di dovermi aspettare colpi di cintura! Mio padre mi ha sempre detto di non atteggiarmi come se io fossi migliore degli altri. Però a vent'anni mi sentivo al top perché ero arrivato secondo nel campionato del mondo e stavo correndo contro [[Barry Sheene]]. È finito tutto quando ho firmato per la Cagiva nel '88: è stato fantastico, ma non sono riuscito a vincere le gare e a salire sul podio, quindi sono diventato anche uno showman... ma avevo cominciato molto prima.
*Vincere le gare era grandioso, anche solo arrivare al podio era fantastico. Ho sentito il fermento e l'eccitazione come fa una rockstar quando sale sul palco e guarda il pubblico.
*[...] regalare un sorriso agli altri è semplicemente la cosa migliore che si possa fare nella vita. Quando ho raggiunto una posizione nel mio sport, sono diventato famoso anche per i miei modi: regalavo ai fan stivali, tute e quant'altro, andavo nel paddock e facevo autografi ogni volta che potevo: penso che sia per questo che ho legato così tanto con i fan. Ricordo che ad Assen avevano fatto uno striscione con su scritto "Buu Kenny Roberts e tutti gli altri, Randy è il migliore", ed è stato lì che Kenny ha deciso di prendere nel team Kevin Magee invece che me per il 1988... ma io avevo imparato che dare ai fan gratificava e premiava... e questo era tutto ciò di cui avevo bisogno.
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*Ai miei tempi era tutto diverso [...]: Io guidavo una moto da 115 kg, quelle di oggi sono 160 kg. Noi però eravamo abituati e correre coi problemi e sui problemi.
*Prima di tutto abbiamo bisogno di piloti arrabbiati. È come nella boxe, è come in tutti gli altri sport: servono sfide dure, rivalità. Prendi Fabio Quartararo, è un pilota incredibile; prendi Pecco [Bagnaia, ''ndr''], è altrettanto bravo, seppure con caratteristiche diverse. Ma guardali, quando parlano: sono sempre calmi. Come anche Enea Bastianini, che è fantastico, ma che mi sembra un po' un signorsì. Il che è fantastico per gli sponsor, ma c'è bisogno di gente che mandi tutti a quel paese.
*A noi capitava di guidare il motorhome dalla Spagna al Mugello, e magari di fermarci lungo la via a fare una sfida con gli sci d'acqua, cose così. Adesso questi ragazzi arrivano alle gare sul jet privato, tornano nelle loro case ad Andorra o in posti del genere. È quasi come in Formula 1, dove se chiedi a un pilota quanto dista il suo hotel quello ti risponde: "In elicottero o in macchina?" È tutt'un'altra storia.
 
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