Utente:Dread83/DreadBox6: differenze tra le versioni

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*Era un'asciutta giornata di gelo del principio di novembre, con un cielo calmo, d'un grigio plumbeo: radi fiocchi di neve, da poterli contare, volteggiavano a lungo ed evasivamente prima di toccare il suolo e d'annidarsi poi, polvere grigia e lanuginosa, nelle buche della strada. (parte I, ''Una ragazza di un'altra cerchia'', 8)
*"I ragazzi sparano," pensò Lara. E non si riferiva solo a Nika e a Patulja, ma a tutta la città che sparava. "Bravi ragazzi, onesti," pensò. "Sono bravi. Per questo sparano." (parte I, ''Una ragazza di un'altra cerchia'', 18)
 
* – Cosa"Che posso dirvi," rispose Jura. Si mosse irrequieto sulla seggiola, si alzò, fece alcuni passi e sedette di nuovo. "Prima di tutto, domani vi sentirete meglio, ci sono i sintomi, son pronto a farmi tagliare la testa. E poi: la morte, la coscienza, la fede nella resurrezione... Volete sapere la mia opinione di naturalista? Non sarebbe meglio un'altra volta? No? Subito? Bene, come volete. Solo che è una cosa difficile, così, di punto in bianco." E le improvvisò una lezione vera e propria, meravigliato egli stesso che gli –....riuscisse.<br />"La resurrezione. Nella forma più volgare in cui se ne parla, a consolazione dei deboli, mi è estranea. E anche le parole di Cristo sui vivi e sui morti io le ho intese sempre intese in un altro modo. Dove mettereste questi immensi eserciti arruolati in tutti i millenni? Non basterebbe l'universo, lee la divinità, il bene e il raziocinio dovrebbero cedere il posto. In quell'avida calca animalesca sarebbero schiacciati.<br />"Ma, nel tempo, sempre la medesima vita, incommensurabilmente identica, riempie l'universo, a ogni ora si rinnova diin innumerevoli combinazioni e trasformazioni. Ecco, voi vi preoccupate se risorgerete o meno, mentre siete già risorta, senza accorgervene, quando siete nata.<br />"Sentirete dolore? Sente forse il tessuto la propria dissoluzione? Cioè, in altre parole, che sarà della vostra coscienza? Ma che cos'è la coscienza? Vediamo. Desiderare coscientemente di dormire è insonnia garantita, tentare coscientemente di avvertire il lavorio deldella propria [[digestione]] è esattamente voler perturbare la sua innervazione. La coscienza è un veleno, un mezzo di autoavvelenamento per il soggetto che la applica asu se stesso. La coscienza è luce, proiettata al di fuori e, che illumina la strada davanti a noi, perché non si inciampi. La coscienza sono i fari accesi davanti ada una locomotiva che corre. Rivolgete la loro luce all'interno e succederà una catastrofe.<br />"Dunque, che sarà della vostra coscienza? Della vostra. La vostra. Ma voi, che cosa siete? Qui sta il punto. Guardiamo meglio. In che modo avete memoria di voi stessa, di quale parte del vostro organismo siete cosciente? Dei vostri reni, del fegato, dei vasi sanguigni? No, per quanto ricordiate, di voi vi siete sempre accorta diin una estrinsecazione, in un atto, nelle opere delle vostre mani, in famiglia, fra gli altri. E, ora, state bene attenta. L'uomo negli altri uomini, ecco che cos'è l'anima dell'uomo. Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, di che cosa si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza. Della vostra anima, della vostra immortalità, della vostra vita negli altri. E allora? Negli altri siete vissuta, negli altri resterete. Che differenza fa per voi se poi ciò si chiamerà memoria? Sarete ancora voi, entrata a far parte del futuro.<br />"Un 'ultima cosa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi. Ecco, voi avete parlato di talento, questa è un'altra cosa, una cosa nostra, scoperta da noi. E il talento, nella sua nozione più alta e più lata, è il dono della vita.<br />"Non vi sarà morte, dice [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni Evangelista]]:<ref>''Apocalisse'', 21, 4. Uno dei primi titoli del romanzo, risalente al 1946, era stato proprio ''Non ci sarà la morte'' e l'epigrafe avrebbe dovuto consistere nelle parole prese dall'''Apocalisse'' di Giovanni. (2017)</ref> guardate come è semplice la sua argomentazione. Non vi sarà morte, perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna."<br />Parlando, Jura passeggiava per la stanza. "Dormite," disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna IvànovaIvànovna cominciò ad assopirsi. <br />Silenziosamente Jura uscì dalla camerastanza e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «"Che diavolo,-" pensò,- "sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani»." (parte I, ''L'albero di Natale dagli Sventickij'', 3)
 
*Oh, come alle volte, dalla mediocrità autoesaltatrice, dall'incessante vaniloquio degli uomini si vorrebbe fuggire nell'apparente silenzio della natura, nel muto carcere di un lungo tenace lavoro, nell'ineffabilità d'un sonno profondo, d'una vera musica, d'un tacito contatto dei sentimenti, col cuore ammutolito dalla sua pienezza! (parte I, ''L'addio al passato'', 5)
*Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda, la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita, che la felicità isolata non è felicità, tanto che un'anitra e l'alcol, se unici nella città, non sembrano più nemmeno anitra e alcol. Era questo che amareggiava più di ogni altra cosa. (parte I, ''L'accampamento di Mosca'', 4)
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*In molti versetti<ref>''Stichiry'', versetti cantati al termine dei salmi serali e mattutini (2017).</ref> la [[maternità]] immacolata di [[Maria]] viene paragonata al [[passaggio del Mar Rosso]] da parte degli Ebrei. Per esempio, nel versetto: 'Nel Mar Morto è stata tracciata una volta l'immagine della Vergine Sposa'<ref>Citazione imprecisa dal ''Theotokion'', il cantico alla Vergine contenente anche un insegnamento dogmatico sul Cristo (2017).</ref>. (parte II, ''Di fronte alla casa con le statute'', 17)
*Vivere significa sempre tendere in avanti, verso l'alto, verso la [[perfezione]], e raggiungerla. (parte II, ''Conclusione'', 7)
 
 
* – Cosa posso dirvi – rispose Jura. Si mosse irrequieto sulla seggiola, si alzò, fece alcuni passi e sedette di nuovo. – Prima di tutto, domani vi sentirete meglio, ci sono i sintomi, son pronto a farmi tagliare la testa. E poi: la morte, la coscienza, la fede nella resurrezione... Volete sapere la mia opinione di naturalista? Non sarebbe meglio un'altra volta? No? Subito? Bene, come volete. Solo che è una cosa difficile, così, di punto in bianco –.....<br />– La resurrezione. Nella forma più volgare in cui se ne parla, a consolazione dei deboli, mi è estranea. E anche le parole di Cristo sui vivi e sui morti io le ho sempre intese in un altro modo. Dove mettereste questi immensi eserciti arruolati in tutti i millenni? Non basterebbe l'universo, le divinità, il bene e il raziocinio dovrebbero cedere il posto. In quell'avida calca animalesca sarebbero schiacciati.<br />– Ma, nel tempo, sempre la medesima vita, incommensurabilmente identica, riempie l'universo, a ogni ora si rinnova di innumerevoli combinazioni e trasformazioni. Ecco, voi vi preoccupate se risorgerete o meno, mentre siete già risorta, senza accorgervene, quando siete nata.<br />– Sentirete dolore? Sente forse il tessuto la propria dissoluzione? Cioè, in altre parole, che sarà della vostra coscienza? Ma che cos'è la coscienza? Vediamo. Desiderare coscientemente di dormire è insonnia garantita, tentare coscientemente di avvertire il lavorio del propria [[digestione]] è esattamente perturbare la sua innervazione. La coscienza è un veleno, un mezzo di autoavvelenamento per il soggetto che la applica a se stesso. La coscienza è luce, proiettata al di fuori e che illumina la strada a noi, perché non si inciampi. La coscienza sono i fari accesi davanti ad una locomotiva che corre. Rivolgete la loro luce all'interno e succederà una catastrofe.<br />– Dunque, che sarà della vostra coscienza? Della vostra. La vostra. Ma voi cosa siete? Qui sta il punto. Guardiamo meglio. In che modo avete memoria di voi stessa, di quale parte del vostro organismo siete cosciente? Dei vostri reni, del fegato, dei vasi sanguigni? No, per quanto ricordiate, di voi vi siete sempre accorta di una estrinsecazione, in un atto, nelle opere delle vostre mani, in famiglia, fra gli altri. E, ora, state bene attenta. L'uomo negli altri uomini, ecco che cos'è l'anima dell'uomo. Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, di che cosa si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza. Della vostra anima, della vostra immortalità, della vostra vita negli altri. E allora? Negli altri siete vissuta, negli altri resterete. Che differenza fa per voi se poi ciò si chiamerà memoria? Sarete ancora voi, entrata a far parte del futuro.<br />– Un ultima cosa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi. Ecco, voi avete parlato di talento, questa è un'altra cosa, una cosa nostra, scoperta da noi. E il talento, nella sua nozione più alta e più lata, è il dono della vita.<br />– Non vi sarà morte, dice Giovanni Evangelista: guardate come è semplice la sua argomentazione. Non vi sarà morte, perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna.<br />Parlando, Jura passeggiava per la stanza. – Dormite, – disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna Ivànova cominciò ad assopirsi. <br />Silenziosamente Jura uscì dalla camera e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «Che diavolo,- pensò,- sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani».
 
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