Licurgo Cappelletti: differenze tra le versioni

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*Il marchese [[Cosimo Ridolfi]], già aio degli arciduchi Ferdinando e Carlo<ref>Ferdinando IV d'Asburgo-Lorena (1835 – 1908) ultimo Granduca di Toscana e il fratello Carlo Salvatore d'Asburgo-Lorena (1839 – 1892).</ref>, per antica dimestichezza affezionato alla dinastia, scrisse una lettera al granduca {{NDR|[[Leopoldo II di Toscana]]}}, nella quale gli mostrò come fosse giunto il momento di decidersi, abbracciando una politica nazionale e abbandonando quella reazionaria e anti-italiana, fino allora seguita. La lettera terminava col consigliare il sovrano ad abdicare in favore dell'arciduca Ferdinando, principe ereditario. Lo scritto del marchese Ridolfi pervenne a Leopoldo II alle 9 ant. del giorno 27 aprile; pochi minuti dopo, al latore della medesima fu data la seguente laconica risposta: «Sua Altezza ringrazia». (vol. II, cap. II, p. 31)
 
*L'incontro fra i due sovrani {{NDR|Napoleone III di Francia e Francesco Giuseppe I d'Austria}}, scortati ciascuno da un brillante e numeroso seguito, avvenne a circa due chilometri da [[Armistizio di Villafranca|Villafranca]]. Si strinsero la mano, come fossero stati due vecchi amici; e dopo essersi presentati reciprocamente il proprio seguito, presero la via che conduceva al villaggio. Ivi giunti, si fermarono dinanzi ad una casa di modesta apparenza; e saliti al primo piano, entrarono in un salotto, dove stettero chiusi per circa un'ora e mezzo. Nessuna traccia scritta, nessun processo verbale rimase degli accordi stati combinati fra loro. Soltanto si seppe che essi, separandosi con grandi dimostrazioni di scambievole cortesia, avevan preso l’impegnol'impegno di riassumere entro brevissimo tempo, in una convenzione scritta, i patti verbalmente fra loro stabiliti. (vol. II, cap. IV, p. 82)
 
*{{NDR|[[Francesco II delle Due Sicilie]]}} [...] giovine d'indole buona, ma guasto dalla educazione ricevuta. Tenuto sempre lontano dal governo, di cui gli facevano soltanto appurare i formulari ed i regolamenti intramezzati dalle massime di puro dispotismo, e sottoposto alla matrigna Maria Teresa d'Austria<ref>Maria Teresa d'Asburgo-Teschen (1816 – 1867), arciduchessa austriaca, seconda moglie di Ferdinando II di Borbone.</ref>, che voleva farne un imbecille per sostituirgli sul trono Luigi conte di Trani, figlio di lei primogenito; questo principe infelice prendeva le redini dello Stato in un momento, in cui l'idea dell'unità nazionale si faceva gigante, e si presentava agli oppressi popoli del mezzogiorno, come unico mezzo per redimerli da un governo divenuto insopportabile ad un popolo civile. (vol. II, cap. VIII, p. 175)