Emilio Gentile: differenze tra le versioni

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→‎L'Italia giolittiana: Giovanni Grosoli
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*{{NDR|[[Enrico Ferri]]}} Contro il riformismo, egli si ergeva a rappresentante e fautore del più assoluto intransigentismo, senza però sostenere l'intransigenza con una salda concezione politica. Per il fascino personale e per la suggestione del suo rivoluzionarismo oratorio, Ferri riuscì tuttavia a conseguire notevoli successi personali nel partito, come l'uomo più rappresentativo della sinistra intransigente, ma anche disponibile, come si vide in seguito, a conversioni di rotta e a mediazioni di potere. (cap. IV, p. 88)
*Su «Cultura sociale» del 16 agosto 1902, [[Romolo Murri|Murri]] accusò [[Giovanni Battista Paganuzzi|Paganuzzi]] di essere il vero responsabile, per la sua pervicace intransigenza, dei dissidi che minacciavano l'unità del mondo cattolico e della crisi dell'Opera {{NDR|dei Congressi}}: per la sua ottusa convinzione di essere l'unico baluardo dell'ortodossia e dell'Italia cattolica, Paganuzzi era il vero nemico dell'unità dei cattolici. (cap. V, p. 111)
*Il [[Giovanni Grosoli|Grosoli]] era persona ben accetta ai democratici cristiani, anche se non condivideva le loro idee perché era più favorevole, come Meda, ad un intervento dei cattolici nella vita politica in funzione conservatrice e su basi moderate. Disposto a concedere maggior soddisfazione alle esigenze e alle richieste dei giovani, senza venir meno all'obbedienza delle direttive del Vaticano, Grosoli tentò di ricomporre la concordia tra i cattolici e salvare l'organizzazione dell'Opera. (cap. V, p. 112)
*Lasciando il governo, [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] indicò al re come suo successore il deputato forlivese [[Alessandro Fortis]]. Fortis era un ex deputato garibaldino che si era convertito alla monarchia, aveva fatto le sue prime esperienze di governo sotto Crispi, come sottosegretario all'Interno, era stato ministro dell'agricoltura con Pelloux nel suo primo gabinetto, e, infine, aveva concluso la sua trasformazione parlamentare come amico personale e fedele sostenitore di Giolitti. (cap. VI, p. 123)
*Personalità brillante ma priva di originalità, intelligente ma poco costante nell'impegno, legato al mondo degli affari e della finanza per la sua professione di avvocato, Fortis era politicamente un tipico rappresentante della maggioranza neotrasformista di Giolitti. (cap. VI, p. 123)