Guido Reni: differenze tra le versioni

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*Nel grande quadro di Guido della ''Chiesa dei Mendicanti''<ref>Si tratta del quadro ''Madonna della Pietà'' oggi alla Pinacoteca di Bologna.</ref> c'è tutto quanto ci si può aspettare dalla pittura, ma anche quanto di più assurdo si può richiedere e pretendere dal pittore. È un quadro votivo, credo che l'intero Senato lo abbia non solo encomiato, ma anche progettato. I due angeli, che sarebbero degni di consolare l'infelicità di una Psiche, qui debbono... <br>San Procolo è una bella figura; ma tutti quegli altri vescovi e preti! In basso, bimbi celestiali che si trastullano con degli emblemi. Il pittore aveva il coltello puntato alla gola e ha cercato di cavarsela alla meglio, adoperandosi per dimostrare almeno che il barbaro non era lui. ([[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'')
*Nel ''palazzo Tanari'' si trova un celebre quadro di Guido, che raffigura una Madonna che allatta il Bambino<ref>Probabilmente si tratta della ''Madonna del latte'' oggi appartenente ad una collezione privata a [[New York]].</ref>, più grande del vero; la testa pare dipinta da un Dio, e indicibile è l'espressione dello sguardo rivolto al poppante. La definirei una tacita, profonda rassegnazione, come se non a un figlio dell'amore e della gioia, bensì a un figlio del cielo e non suo, furtivamente sostituito, ella stesse porgendo il seno, perché è così e non altrimenti, e nella sua profonda umiltà essa non comprende nemmeno come le sia toccata questa sorte. Tutto il resto dello spazio è riempito da un immenso drappeggio, assai lodato dagli intenditori; quanto a me, non saprei proprio che farmene. Per di più i colori si sono appannati, e la sala e la luce non erano molto favorevoli. ([[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'')
*Questa morale per addizione mi è prodigiosamente inconcepibile. Mi sembra lo stesso che dirmi di fronte a un [[Tiziano]]: «Ah, se avesse avuto il disegno di [[Michelangelo]]!». Questa è stata l'addizione che sognavano i bolognesi, e si vede che cosa ha prodotto: Guido Reni. ([[Lucien Rebatet]])
*Simile a [[Perugino|Pietro Perugino]], il quale nella sua bottega di Perugia, si era lasciato andare in vecchiaia a fabbricare quadri devozionali, alla dozzina, per solo amor del guadagno, Guido Reni, aveva fatto del suo studio di Bologna una specie di ''officina'', di dove uscivano a {{sic|centinaie}} pitture originali e copie dei suoi quadri eseguite dagli scolari e poi ritoccate da lui. Si dice, che tanto grande era la richiesta dei quadri di Guido, per ornare chiese e palazzi, ch'egli lavorava ad un tanto l'ora per i negozianti, i quali aspettavano presso il suo cavalletto pronti a portare via la tela appena terminata ed ancora umida di colore! ([[Evelyn Franceschi Marini]])