Fernando Pessoa: differenze tra le versioni

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Il libro dell'inquietudine: -edizione non citata; +edizione per citazione priva di riferimenti
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*Il peso del sentire! Il peso del dover sentire! (1992, p. 197)
*Vivere una vita raffinata e senza passioni, al riparo delle idee, leggendo, sognando e pensando a scrivere; una vita abbastanza lenta da poter essere sempre sul limite del tedio, sufficientemente meditata da non trovarvisi mai. Vivere quella vita lontano dalle emozioni e dai pensieri, soltanto nel pensiero delle emozioni e nell'emozione dei pensieri. Indugiare al sole, doratamente, come un lago oscuro contornato di fiori. Avere, nell'ombra, quell'aristocrazia dell'individualità che consiste nel non insistere con la vita. (2001, p. 203)
*Esiste una sonnolenza dell'attenzione volontaria, che non so spiegare, e che frequentementespesso mi assale, se, diè unapossibile cosausare cosìquesta sfumata,espressione siper possauna direcosa che assalgacosì qualcunoindefinibile. Cammino per la strada come se stessifossi seduto, e la mia attenzione, vigilepur essendo rivolta su tuttoogni cosa, haè tuttaviainerte come se fosse sotto l'inerziainflusso di un corpo in assoluto riposo. [...] È la sensazione di un'ebrezzauna daebbrezza di inerzia, di una sbornia senza allegria,inper sé,se stessa né per ciò che causal'ha causata. È una malattia che non ha speranzail disogno della convalescenza. È una morte alacre. (2004, p. 204)
*I fuochi fatui della nostra putredine, sono almeno luci nelle nostre tenebre. (1992, p. 204)
*Non subordinarsi a niente, né a un [[uomo]] né a un amore né a un'[[idea]]; avere quell'indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza. [...] Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero. [...] No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri, contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni, vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo che le distrazioni dei carnefici concedono alla nostra estasi da cortile. (1992, p. 237)
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==Bibliografia==
*Fernando Pessoa, ''Il banchiere anarchico'', a cura di Ugo Serani, traduzione di Ugo Serani, Passigli Editori, Firenze, 2001.
*Fernando Pessoa, ''Il libro dell'inquietudine'', traduzione di Antonio Tabucchi e Maria José de Lancastre, Feltrinelli, Milano, 2000.
*Fernando Pessoa, ''Il libro dell'inquietudine'', a cura di Maria José de Lancastre, prefazione di [[Antonio Tabucchi]], Feltrinelli, Milano, 1987.
*Fernando Pessoa, ''Il libro dell'inquietudine'', prefazione di Antonio Tabucchi, a cura di Maria José de Lancastre, Feltrinelli, collana Impronte, 11<sup>a</sup> edizione, 1992.
*Fernando Pessoa, ''Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares'', prefazione di Antonio Tabucchi, a cura di Maria José de Lancastre, traduzione di Maria José de Lancastre e Antonio Tabucchi, Feltrinelli, Milano, 2001. ISBN 8807816261
*Fernando Pessoa, ''Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares'', traduzioneprefazione di Antonio Tabucchi, ea cura di Maria José de Lancastre, traduzione di Maria José de Lancastre e Antonio Tabucchi, Feltrinelli, Milano, 20002004. ISBN 88-07-81626-1
*Fernando Pessoa, ''Il poeta è un fingitore. Duecento citazioni scelte da Antonio Tabucchi'', a cura di Antonio Tabucchi, Feltrinelli, 1988.
*Fernando Pessoa, ''L'educazione dello stoico'', a cura di Richard Zenith, traduzione e prefazione di Luciana Stegagno Piccchio, Einaudi, Torino, 2005.