Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*[...] le medesime circostanze, i medesimi avvenimenti esterni impressionano ogni individuo in modo affatto differente, e, quantunque tutti siano posti nello stesso mezzo, ognuno vive in un mondo differente. (p. 7)
*È dunque facile veder chiaramente quanto la nostra [[felicità]] dipenda da ciò che ''siamo'', dalla nostra individualità, mentre non si tiene conto il più delle volte che di ciò che ''abbiamo'' o di ciò che ''rappresentiamo''. (p. 9)
*La [[salute]] {{sic|sopratutto}} prevale talmente sui beni esteriori che in verità un mendicante sano è più felice di un re malato. (p. 9)
*[...] la sorte può cangiare, ma la nostra propria qualità è immutabile. (p. 12)
*Chi è gaio ha sempre motivo d'esserlo per la stessa ragione ch'egli lo è. Niente può sostituire così completamente tutti gli altri beni come questa qualità, mentre essa stessa non può esser surrogata da cosa alcuna. Che un uomo sia giovane, bello, ricco e stimato, per poter giudicare sulla sua felicità sarà questione di sapere se, oltre a ciò, egli sia gaio; in cambio s'egli è gaio, poco importa che sia giovane o vecchio, ben fatto o gobbo, povero o ricco; egli è felice. (pp. 12-13)
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*Intanto l'orgoglio a più buon mercato è l'orgoglio [[nazionalismo|nazionale]]. Esso tradisce presso chi ne è tocco l'assenza di ogni qualità ''individuale'' di cui potesse andar fiero, perocché, se così non fosse, questi non sarebbe ricorso ad una qualità che divide con tanti milioni d'individui. (p. 33)
*Le decorazioni sono cambiali tirate sull'opinione pubblica; il loro valore si basa sul credito del traente. (p. 34)
*La folla ha occhi ed orecchie, ma nient'altro; {{sic|sopratutto}} il senno le è infinitamente scarso, e corta pure la memoria. (p. 34)
*L'[[onore]] è la [[coscienza]] esterna, e la coscienza l'onore interno. (p. 34)
*La gloria deve quindi esser acquistata; l'onore al contrario non abbisogna che di non esser perduto. (p. 35)