La messa è finita: differenze tra le versioni

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{{Film
|titoloitaliano = La messa è finita
|titoloalfabetico = Messa è finita
|genere = drammatico
|regista = [[Nanni Moretti]]
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{{cronologico}}
*E ora vi farò tre domande. E riguardano: uno, la fedeltà reciproca; due, l'educazione dei figli; e tre, la fedeltà reciproca. ('''Giulio''')
*Questa è la [[Segreterie telefoniche dai film|segreteria telefonica]] del 3965216. Sono in casa ma non ho voglia di parlare. Se ne avete voglia voi, lasciate un messaggio. ('''Saverio''')
*Lo sai quante coppie di grifoni ci sono rimaste? Trenta. E il nibbio reale, il falco pellegrino, il biancone? Qui, se non facciamo presto, addio [[rapace|rapaci]]. E se finiscono i rapaci, aumentano i [[serpente|serpenti]]. ('''Simone''')
*E poi perché prendersela con i serpenti? La [[vipera]] è un animale delicato, esigente, molto timido. ('''Simone''')
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*5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[il Morandini]]'')
*Critico implacabile degli aspetti cannibaleschi e fessacchiotti del '68, Moretti ne è uno dei pochi eredi nella voglia nevrotica, candida e assoluta di cambiare il mondo. Un moralista neoromantico. Nel suo nuovo film Moretti ha ancora meno voglia di ridere che in ''[[Bianca (film)|Bianca]]'': le situazioni che si sgranano sullo schermo, sempre brevi e talvolta fulminanti, solo raramente meno incisive del necessario, sono connotate da una blanda ironia. ([[Tullio Kezich]])
*Forse non a caso, nel 1985, il successo della critica e del pubblico arrise a un film di [[Nanni Moretti]], che raccontava la solitudine esistenziale di un prete missionario rientrato in una Roma scalcinata, dove tutto nel frattempo era cambiato, perché – cosí s’intitolava la pellicola – ''La messa è finita'', ossia la rivoluzione, con le sue speranze, le sue ambiguità, le sue tragedie: nessuno, però, se ne era andato in pace. ([[Miguel Gotor]])
*Radiografia di un'impasse non solo generazionale (nonostante don Giulio sia con ogni evidenza [[Michele Apicella]] in abito talare), è un film «sgradevole» nel rivendicare il proprio essere nevrotico, moralista, «adolescenziale». Raggelante nella sua lucidità, [...] coglie con precisione il punto di rottura degli anni Ottanta, reso perfettamente nella scena del ballo in chiesa al ritmo sconsolato ma anche sognante di ''Ritornerai''. In televisione l'essenzialità cinematografica del regista viene penalizzata, eppure averne avuti di film così, dove la religione è una questione di «fede» in sospeso, l'amore (individuale e collettivo) è una dichiarazione d'impotenza, la solitudine è l'unica, miserabile conquista e la fuga non è un'arte, bensì una soluzione dopo tante prove. (''[[Il Mereghetti]]'')