Caos: differenze tra le versioni

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Ian Stewart
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*È attraverso le leggi del caos che procede la natura. ([[Alberto Salza]])
*Guardò l'ultima luce condensarsi nel quadrante dell'orologio, e il quadrante trasformarsi da tondo orifizio nella penombra a disco sospeso nel nulla, il caos originale, e di nuovo trasformarsi in uno sfera di cristallo che nelle sue immobili, misteriose profondità conteneva il caos ordinato del mondo intricato e indistinto sui cui fianchi sfregiati le antiche ferite roteano a folle velocità verso la tenebra entro la quale si appostano nuove sciagure. ([[William Faulkner]])
*Il caos è eccitante perché ci dà la possibilità di semplificare fenomeni complicati. Il caos è preoccupante perché solleva nuovi dubbi sui procedimenti tradizionali introdotti dagli scienziati per costruire modelli. Il caos è affascinante per le sue combinazioni di matematica, scienza e tecnologia. Ma, soprattutto, il caos è meraviglioso, e non a caso: è una prova visibile della bellezza della matematica, una bellezza normalmente vissuta nell'intimo da ciascun matematico, ma che ora invade il mondo delle sensazioni di ognuno. L'affascinante grafica computerizzata rende il caos accessibile a tutti: i muri del pianeta sono tappezzati con i famosi insiemi di Mandelbrot. ([[Ian Stewart]])
*Il caos è una sensazione dell'uomo. Il mondo altrimenti è costituito da armonia e ordine. (''[[Evangelion: 2.0 You Can (Not) Advance]]'')
*Il caos. Però un caos gioioso, privo di drammaticità, perché i bambini, anche se non sono ancora usciti, hanno già cominciato a spargere qua fuori la sostanza che permette loro di sopravvivere agli adulti, quella specie di antistaminico naturale che rilassa un po' i genitori e li fa regredire, e li rende non solo compatibili ma talvolta addirittura complici del caos del quale loro, i bambini, si sentono parte: il caos delle loro camerette prima dell'ordine di rimettere a posto, il caos degli zaini al ritorno da scuola, degli astucci, dei cassetti, dei quaderni; il caos semplice e fondamentalmente calmo nel quale crescebbero tutto il tempo, se gli fosse permesso, senza comprendere fino in fondo la maggior parte delle cose che accadono ma, proprio per questo, con la capacità di viverle molto intensamente. ([[Sandro Veronesi]])