Sardegna: differenze tra le versioni

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*La Sardegna e la [[Sicilia]] furono entrambe lasciate indietro nel processo di miglioramento economico delle province continentali. La noncuranza dei governi, l'assenteismo dei proprietari terrieri, l'assenza di strade all'interno, le sopravvivenze feudali, una tradizione di leggi private che prestava poca o nessuna attenzione all'autorità centrale – questi fattori erano comuni a entrambe le isole e rappresentavano un ostacolo quasi insormontabile allo sviluppo economico. ([[Denis Mack Smith]])
*La Sardegna è un'altra cosa: più ampia, molto più consueta, nient'affatto irregolare, ma che svanisce in lontananza. Creste di colline come brughiera, irrilevanti, che si vanno perdendo, forse, verso un gruppetto di cime… Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la [[libertà]] stessa. ([[David Herbert Lawrence]])
*La Sardegna non vuole nulla, dico io, o vuole molte cose; e fra queste molte cose non c'è certo l'autonomia. ([[Giuseppe Abozzi]])
*Non v'è in Italia ciò, che v'è in Sardegna, né in Sardegna v'è quel d'Italia. ([[Francesco Cetti]]) {{NDR|riferendosi alla fauna dei due luoghi}}
*Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo. ([[David Herbert Lawrence]])
*Sardi da vendere (l'uno più tristo dell'altro). ([[Cicerone]])
*Se l'onorevole [[Mario Zotta|Zotta]] varcasse il nostro inquieto Tirreno e toccasse la dolente isola sarda, si convincerebbe in un'ora che, nonostante i potenziamenti, nonostante lo stimolo delle possibilità autoctone, cento ettari di terreno delle nostre plaghe desolate varranno sempre meno di un solo ettaro di terreno della [[Val Padana]] e le nostre povere, le noste misere industrie sono a distanza stellare dalle industrie del Nord. ([[Giuseppe Abozzi]])
*Sono nato in un villaggio di contadini e di pastori, fra Goceano e Logudoro, nella Sardegna settentrionale e, durante la mia infanzia, ho sentito parlare e ho parlato solo in lingua sarda: in prima elementare, il maestro, un uomo severo sempre vestito di nero, ci proibì, a me e ai miei coetanei, di parlare nell'unica lingua che conoscevamo e ci obbligò a parlare in lingua italiana, la «lingua della Patria», ci disse. Fu così che, da vivaci e intelligenti che eravamo, diventammo, tutti, tonti e tristi. ([[Francesco Masala]])
*Una cultura forte è una cultura in cammino. Possiamo pure decidere di mettere in gabbia una lingua, ma lei tenterà comunque di scappare. E allora sarebbe auspicabile un'idea della Sardegna che non partisse da una scala di valori determinata dalla quantità di sardità che essa esprime, anche perché quell’idea di sardità è assolutamente relativa, ma dalla pari dignità. ([[Marcello Fois]])