Roberto Vecchioni: differenze tra le versioni

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*Ci sono normalità, regole, armonie che nemmeno noti tanto è scontato che ci siano. [...] È l'eccezione, lo sconvolgimento del consueto che ti mette ansia, ti rizza i nervi, ti sbulina l'animo. (da ''Il libraio di Selinunte'', Einaudi, Torino, 2004)
*Credete che sia qua soltanto per sviolinare? No, assolutamente. Arrivo dall'aeroporto, entro in città e praticamente ci sono 400 persone su 200 senza casco e in tutti i posti ci sono tre file di macchine in mezzo alla strada e si passa con fatica. Questo significa che tu non hai capito cos'è il senso dell'esistenza con gli altri. Non lo sai, non lo conosci. È inutile che ti mascheri dietro al fatto che hai il mare più bello del mondo. Non basta, sei un'isola di merda. Non amo la [[Sicilia]] che rovina la sua intelligenza e la sua cultura, che quando vado a vedere [[Selinunte]], [[Segesta]] non c'è nessuno. Non amo questa Sicilia che si butta via.<ref name=sici>Dall'incontro ''Mercanti di luce. Narrare la bellezza tra padri e figli''; citato in Salvo Intravaia, ''[http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/12/03/news/vecchioni_al_dibattito_a_ingegneria_sicilia_isola_di_merda_-128742146/ Vecchioni: Sicilia "isola di merda". Il sindaco di Palermo: "Ha ragione"]'', ''Repubblica.it'', 3 dicembre 2015.</ref>
*Di [[Caparezza]] bisogna cogliere sempre le stringenti assurdità che dice... alcune espressioni che magari non riuscite a capire subito che cosa vogliono dire, ma di una bellezza quasi enigmistica, come se fossero degli indovinelli alle volte... delle [[Parola|parole]] che state lì a pensare ma cosa sta dicendo Caparezza? E poi vi accorgete che nel contesto è lineare, è perfetta.<ref>Dal programma televisivo ''Amici'', Canale 5, 28 marzo 2013. [http://www.video.mediaset.it/video/amici/extra/380949/caparezza-e-la-sua-unicita-esclusivo-la5.html Video] disponibile su ''Mediaset.it''.</ref>
*{{Ancora|Siciliapolemica|Dovrei dire che siete la culla della Magna Grecia? Ma la storia antica, la poesia antica, la filosofia antica hanno insegnato a tutto il mondo cos'è l'originalità della vita, la bellezza, la verità, la non paura degli altri. In [[Sicilia]] questo non c'è. Io non amo la Sicilia che non si difende, che rovina le sue coste, che rovina la sua intelligenza, la sua cultura. Non la amo per una ragione fondamentale: i siciliani sono la razza più intelligente al mondo ma si buttano via così. Non lo sopporto che la Sicilia non sia all'altezza di se stessa.}}<ref name=sici/>
*E io forse ho sognato che tutta l'umanità assomigliasse alla [[Sicilia]]. Da vecchio romantico, illuso professore di greco antico, ma non è così oggi la vita. La vita è che se dici merda che significa ti amo, non ti capiscono e soprattutto non ti capiscono i pusillanimi e i mafiosi.<ref name=lettaperta>Da una lettera aperta pubblicata sul ''Corriere della Sera'' dopo le polemiche per il suo [[#Siciliapolemica|intervento di pochi giorni]] prima all'incontro ''Mercanti di luce. Narrare la bellezza tra padri e figli''; citato in ''[http://www.lasicilia.it/articolo/la-lettera-di-vecchioni-alla-sicilia-e-ai-siciliani-e-un-isola-di-merda-solo-se-non-si La lettera di Vecchioni alla Sicilia: «Un'Isola di merda se non si ribella»]'', ''La Sicilia.it'', 6 dicembre 2015.</ref>
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*L'[[lingua italiana|italiano]], tra non molto, sarà la più bella tra le lingue morte.
*Tutto questo mare di [[canzone]] d'arte ha bisogno non solo del momento spettacolare (palco, esibizione, riproduzione) ma anche di codificazione, interpretazione, inserimento esegetico nella cultura.
*L'[[italiano]] di un tempo corre il rischio di diventare oggetto estetico a rapido esaurimento nell'approccio col reale.
*Le [[parola|parole]] non sono fiato, evanescenza, convenzione. Le parole sono «cose». Niente esiste se non ha nome, perché siamo noi a far esistere il mondo.
*Le [[parole]] sono cose in perenne drammatica trasformazione e specchio del nostro dibatterci in cerca di luce.
 
{{intestazione|Intervista di Vito Magno, ''[http://raivaticano.blog.rai.it/2011/03/02/roberto-vecchioni-il-mio-buon-momento-con-dio/ Il mio buon momento con Dio]'', in Rai Vaticano, 2 marzo 2011}}
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*Credo che Dio agisca dietro le quinte, non impedendo mai la libertà degli esseri umani, non costringendo nessuno a fare cose contro la propria volontà.
*La [[fede]] non ci rende impermeabili, però è un buono scudo, un bell'aiuto.
*La vera [[fede]] è quella che conosce il dubbio, che cerca risposte.
*Io ho costellato la mia vita, le mie pubblicazioni, i miei dischi, di parole rivolte a Dio, di dubbi, come si può vedere in canzoni come "Blu moon", "Che razza di Dio c'è nel cielo","Tommy".
*Credo che al di là di tutto ci sia nella vita un meraviglioso disegno che non comprendiamo quasi mai, perché siamo soliti considerare il [[tappeto]] dalla parte dei nodi, non dalla parte giusta.
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*Il [[Giorgio Gaber|Gaber]] della fine degli [[Anni 1970|anni Settanta]] sa due cose essenziali. Uno: la vita artistica non va buttata via. Due: la [[canzone]] non è solo qualcosa che si canta in tre minuti. Deve entrare in un discorso, in un dialogo che dal vivo prende ancora di più. Gaber ha capito che la canzone non è soltanto un oggetto da vendere, e siccome fa entrare nelle case delle persone andrebbe vissuta insieme a queste persone. In un posto adeguato. E da questi presupposti nasce il portare la canzone a [[teatro]], la sua scoperta più grande. [...] Giorgio dà un'importanza fulminante alle parole e ai concetti che con esse esprime. La musica, pur se azzeccata, arriva quasi solo a vestirle. Quanto conta è la parola, che diviene magica nel momento in cui millecinquecento persone sono unite in un teatro ad ascoltarla.
*Per Gaber "la realtà è più avanti". Parte dalle contraddizioni, dalle contraddizioni interne che nessuno, o quasi, di solito sottolinea. La sua testimonianza si fa dunque prima autocritica, e poi critica della società. Si fa denuncia molto più vasta, e infatti Gaber potrà protrarla anche negli [[Anni 1980|anni Ottanta]] e [[Anni 1990|Novanta]]. Del resto l'idea - fondamentale anche oggi - che noi "crediamo" di essere liberi mentre invece siamo "polli di allevamento", non poteva venire dalla canzone politica alla Guccini né dalla rabbia di un [[Vasco Rossi|Vasco]]. Poteva venire solo a un intellettuale della canzone come Giorgio. La seconda colonna portante dell'intellettualismo della canzone italiana. L'altra è [[Fabrizio De André]], che però faceva un discorso più astratto. Gaber invece era specializzato sulla realtà, nei confronti della quale è stato feroce, ma mai [[Nichilismo|nichilista]].
*La vera [[Cantautore|canzone d'autore]] è una sintesi dell'esistenza, detta in maniera tutto sommato semplice. Perché sebbene alcune canzoni sembrino contorte e difficili, bastano sempre due letture per comprenderle. Inoltre, la vera canzone d'autore non vuole propagare verità assolute, però percorsi, quelli sì.
*Gaber era semplice e chiaro, non gridava verità ma proponeva strade. Segnalando anche l'importanza del dolore, la necessità nella vita di superare prove difficili. Tutte cose che danno i [[Romanzo|romanzi]], e però in maniera più diretta oggi ci arrivano proprio dalle canzoni d'autore. La forma più rapida per entrare nel contemporaneo. Che poi è sempre stato lo scopo di Giorgio Gaber: cantare l'illogica allegria del vivere la realtà.