I. Bernard Cohen: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
riferimenti, link Internet Archive
→‎Florence Nightingale: la Nightingale e la società vittoriana
Riga 10:
 
*La Nightingale imparò per esperienza diretta nella sua qualità di capoinfermiera durante la guerra di Crimea (1854-1856), che il miglioramento delle condizioni sanitarie in ospedali militari e in caserme poteva ridurre drasticamente l'indice di mortalità e salvare migliaia di vite. La sua battaglia fu rivolta a convincere gli uomini scettici che detenevano il potere. In un periodo in cui la raccolta e l'analisi di statistiche sociali era ancora insolita, la Nightingale riconobbe che dati attendibili sull'incidenza dei decessi evitabili fra i militari conferivano una grande forza alle argomentazioni a favore di riforme. Così, oltre a proporre la causa della riforma medica in sé, essa contribuì a introdurre quella nozione davvero rivoluzionaria che i fenomeni sociali potevano essere misurati obiettivamente e sottoposti ad analisi matematica. (p. 104)
 
*I risultati ottenuti dalla Nightingale sono tanto più sorprendenti quando vengano valutati di contro allo sfondo delle restrizioni sociali di cui le donne erano oggetto nell'Inghilterra vittoriana. [...]. A quei tempi, le donne appartenenti alla classe sociale dei Nightingale non frequentavano le università e non intraprendevano carriere professionali; il loro scopo nella vita era sposarsi e far figli. La Nightingale fu fortunata: suo padre pensava che le donne dovessero ricevere un'istruzione, e le insegnò personalmente italiano, latino, greco, filosofia, storia e – cosa del tutto eccezionale per le donne del tempo – scrittura e matematica. (p. 104)
 
*Florence Nightingale era sotto ogni aspetto una giovane attraente e non era certo per mancanza di occasioni che rifiutava il matrimonio. Una volta, in effetti, fu tentata di accettare un corteggiatore, ma dopo un lungo fidanzamento concluse con riluttanza che avrebbe tradito la sua natura «morale» e «attiva» se avesse «trascorso una vita con lui occupandosi di intrattenimenti e di problemi domestici». Il matrimonio convenzionale, scrisse nel suo diario, significava «essere costretta a prolungare e a portare all'esasperazione la vita che stava conducendo», prospettiva che le sembrava «simile al suicidio». Dio, decise, aveva preso in considerazione per lei un destino diverso. Essa era una di quelle donne per le quali Dio «aveva stabilito chiaramente qualcosa di unico». (p. 104)